SCHIAVI DI ABRUZZO – Quattrocento menù e trecentocinquanta hamburger wild. Sono questi i numeri della sagra dedicata al wildfood andata in scena ieri sera al fresco di Schiavi di Abruzzo. Un appuntamento ormai fisso del cartellone estivo di Schiavi da tre anni a questa, evento gastronomico dedicato alla “carne di bosco” organizzato dall’associazione sportiva “Auro d’Alba” e dal locale circolo dell’ArciCaccia.
«Registriamo numeri crescenti ogni anno, a dimostrazione che la carne di selvaggina rappresenta un’interessante proposta culinaria che attira sempre più consumatori. – commenta con soddisfazione Lorenzo Di Biase, dirigente dell’Asd Auro d’Alba – Cinghiale a chilometro zero, animali prelevati in agro di Schiavi, rigorosamente con metodi selettivi, con munizioni atossiche, carni succulente e super biologiche, senza antibiotici preventivi, fatte frollare in cella frigorifera per lunghi periodi al fine di esaltarne le qualità. Il senso della nostre sagre, che ripetiamo già da tre anni, è proprio quello di favorire e presentare al largo pubblico, a costi molto contenuti, le carni di selvaggina cacciata come validissima alternativa, addirittura come sostituta biologica a quelle provenienti dall’allevamento intensivo. – aggiunge Di Biase che è anche presidente del locale circolo ArciCaccia – La massiccia partecipazione alla sagra di ieri sera dimostra che il cinghiale, attualmente considerato un problema in Abruzzo e nel Vastese in particolare, è in realtà una risorsa da sfruttare e da valorizzare. Un’operazione culturale che necessita di tempi medio-lunghi, ma che sta già dando i suoi frutti. L’obiettivo, nel medio periodo, è quello di realizzare una vera e propria filiera selvatica, per onorare la selvaggina, deliziare il palato dei consumatori e creare ricchezza e occupazione sul territorio».
Antonio Rosica