AGNONE – Nel giorno del 25 aprile, la città di Agnone ha ricordato il sacrificio degli italiani che hanno reso il Paese libero dal dominio nazi-fascista durante il secondo conflitto mondiale. Con una cerimonia sobria, ma al tempo stesso commovente, alla presenza di cittadini, forze dell’ordine, associazioni, cariche politiche e religiose, con le note dell’inno di Mameli e del Nabucco di Giuseppe Verdi, questa mattina, deposta una corona di alloro al monumento dei Caduti in piazza Unità d’Italia. Di seguito il discorso del vice sindaco, Linda Marcovecchio che ha presenziato la cerimonia affiancata dal mini sindaco, Antonio Saia.
Con il sentimento più puro di amor patrio, nella veste istituzionale di vicesindaco della Città di Agnone, a nome del Sindaco e dell’intera amministrazione comunale, insieme al minisindaco, rivolgo un saluto affettuoso e rispettoso a tutti voi qui convenuti, alle autorità militari, religiose, civili, alle rappresentanze dei gruppi politici, alle associazioni, alla cittadinanza.
Vi ringrazio per essere qui nel celebrare oggi, 25 aprile 2019, la ricorrenza del 74° anniversario della Liberazione d’Italia, una ricorrenza che in questo momento condividiamo in migliaia nelle piazze italiane e nei luoghi della memoria dei fatti che fecero la storia di questo giorno.
Una data che assume, di anno in anno, un significato che va al di là della “memoria” storica degli eventi che segnarono, in Italia, la fine del secondo conflitto mondiale, dell’occupazione nazista e del ventennio di dittatura fascista.
Eventi pur calati in un contesto bellico europeo che ha cicatrizzato in maniera indelebile l’azione della crudeltà umana, macchiatasi di crimini che nessuna ragione universale potrà mai comprendere e nessuna pietà potrà mai perdonare.
Eventi tanto crudi e drammatici, che si spera mai più la nostra e altre nazioni dovranno vivere, quanto eventi fondamentali e necessari allora per poter dar vita alla nazione “libera” e “democratica” che oggi è la nostra Italia, così come sancito dai principi della costituzione repubblicana garante, per tutti i cittadini del nostro Paese, di pari giustizia e pari dignità.
Oggi più che mai dovremmo annoverare i nomi di tutti coloro che attraverso la loro azione di pensiero, politica, militare, sociale si sono resi protagonisti fattivi della grande Resistenza Italiana, ricordando che molti di quegli uomini furono capaci di superare le diversità di pensiero politico a favore di una convergenza per la fondazione dei Comitati di Liberazione Nazionale.
Alcide De Gasperi, Pietro Nenni, Ugo La Malfa, Sandro Pertini, sono soltanto alcuni dei nomi che catalizzarono le proprie convinzioni per guidare la rivoluzione più importante che l’Italia abbia mai combattuto, una vera guerra civica per la conquista della libertà contro ogni forma di dittatura.
Il nostro pensiero oggi va a tutti gli eroi periti per quest causa, va ai partigiani, ai civili che senza distinzione di sesso, stato sociale, età, provenienza geografica, hanno posto al centro della propria esistenza un ideale da realizzare a costo della propria vita, ricordando che in tanti l’hanno persa per mano delle cruente rappresaglie nemiche, così come successo anche a moltitudini di soldati, non solo italiani, le cui spoglie oggi riposano nei tanti sacrari di guerra.
Il monumento alle mie spalle, ai piedi del quale poc’anzi è stata depositata la corona di alloro, sia un emblema di sacralità civica per ognuno di noi, al cospetto del quale onorare con il pensiero e con le azioni il sacrificio eroico di tutti i martiri della guerra, dalle cui macerie è nato un Paese libero, democratico, in pace.
Se oggi siamo qui, dopo 74 anni, per onorare con il ricordo la Festa della Liberazione, se siamo qui convinti che questa sia la Festa di tutti gli italiani, senza distinzione politica alcuna, senza distinzione di razza alcuna, senza alcun sentimento di discriminazione per i nostri simili, se per queste ragioni siamo qui, allora siamo chiamati, altrettanto, a “difendere” e ad “attuare” la grandezza dei principi che i Padri Costituenti hanno saputo imprimere nelle pagine della Costituzione della Repubblica Italiana, sicuramente la più bella del mondo.
Una Costituzione che deve essere garanzia di diritti e di doveri per tutti coloro che vivono sul suolo di questo Paese, al centro dell’area mediterranea, scenario di equilibri difficili, che non possono lasciarci insensibili e distaccati dinanzi alle tragedie che vi accadono.
Il 25 aprile sia ancora e sempre più lo stimolo a riconoscere le nuove dittature, a saperle annientare, perché l’umanità va difesa nella sua dignità, in ogni luogo e in ogni tempo.
Siano la famiglia, la scuola, le istituzioni, le associazioni, gli organi di informazione, strumenti di una formazione sana per i nostri giovani, da educare al concetto secondo cui “la mia libertà finisce laddove inizia quella degli altri”, da educare ad una comunicazione verbale corretta, al rispetto altrui, all’accettazione e alla valorizzazione della diversità, alla tutela del “bene comune”.
Ricordiamo loro che il nostro, il loro benessere è nato dalle vicende di un passato di conquiste dolorose, non così lontane.
Informiamoli che anche la Città di Agnone ha avuto i suoi eroi, come il carabiniere Liberantonio Totaro, perito nella foiba di Zavni nei giorni della liberazione, a soli 29 anni, vittima di un tradimento della polizia slovena, lasciando orfano il suo figlioletto Alfonso, oggi tra noi, che non ci stancheremo mai di abbracciare per il suo sacrificio paterno e al quale diciamo insieme: “Grazie, non dimenticheremo”.
Vada il nostro grazie alle Forze Armate Italiane, che si distinguono per l’impegno e l’umanità con cui operano nelle aree in guerra, che purtroppo pagano anche con la vita ingiustificati attacchi alla divisa che indossano, vada il nostro grazie alle associazioni umanitarie tutte per il bene che operano a scala mondiale portando aiuto e sollievo alle vittime delle ingiustizie umane.
Con la speranza che il nostro governo continui ad operare una politica interna ed estera improntata alla conservazione della pace, una politica che sappia espandere il “profumo” della pace favorendo l’abbattimento delle dittature che limitano, ancora in troppi Stati, i diritti umanitari e la libera espressione democratica, con questa speranza auguro a tutti voi un buon 25 aprile.
Viva la libertà! Viva la democrazia! Viva l’Italia!