(ANSA) – L’AQUILA, 3 MAG – Scomparsa da decenni dall’Occidente, la malaria a L’Aquila (come in altre località d’Italia) nel giro di poco meno di un anno si è rifatta viva con cinque casi. Il ritorno del parassita, dovuto a massicci spostamenti di popolazioni da un continente all’altro, rende necessario alzare di molto l’asticella della qualità delle diagnosi di laboratorio. Per individuare queste parassitosi riemergenti occorre una preparazione specifica da parte di chi opera in laboratorio. Poiché è fondamentale, per adottare in tempi rapidi le giuste terapie, scovare al microscopio il parassita con certezza e celerità, il laboratorio analisi dell’ospedale di L’Aquila ha precorso i tempi e avviato un progetto che reinveste sulla formazione professionale col fine di arricchire il bagaglio degli operatori di laboratorio sulla diagnosi di questi parassiti di ritorno. Ragioni alla base dei corsi di studio iniziati nei giorni scorsi.
I migranti riportano la malaria in Abruzzo, già cinque casi segnalati
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