PERUGIA – «Vi annunciamo la cancellazione del Festival Internazionale del giornalismo 2020 a causa dei rischi per la sanità pubblica causati da COVID-19. Sappiamo che questa decisione causerà disagi per molti e avrà conseguenze finanziarie negative per alcuni, ma crediamo che sarebbe irresponsabile agire in qualsiasi altro modo date le circostanze attuali».
Con questo annuncio sulla relativa pagina social è stata comunicata, dagli organizzatori, la decisione di annullare, in via precauzionale, il Festival internazionale del giornalismo di Perugia. Abbiamo chiesto di commentare la notizia al nostro collega giornalista Italo Marinelli, che vive e lavora a Perugia.
«Questa brutta notizia ci tocca direttamente, visto che Il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia era diventato per tutta la redazione dell’Eco dell’Alto Molise un appuntamento immancabile di incontro e confronto. Anche la stampa locale trovava infatti spazio e numerosi motivi di interesse in una kermesse unica per la qualità dei relatori e per il clima che trasformava una piccola città di provincia in un centro mondiale, con sponsor, tanto per intenderci, del calibro di Google e Facebook. Tra i tantissimi e devastanti “effetti collaterali” del Coronavirus dobbiamo aggiungere l’annullamento dell’edizione 2020 del IJF. Non sappiamo se in questa decisione, come in tanti altri casi, abbia prevalso la prudenza o la paura. Certo è che ad oggi in Umbria non sono stati registrati casi di contagio né di malattia di quella che, come molti autorevoli virologi stanno sostenendo, è solo qualcosa in più di una “semplice influenza” che, come è noto, causa solo in Italia circa 8mila decessi all’anno senza clamori né eccessivo interesse mediatico. Probabilmente hanno influito sulla decisione i timori di tanti relatori provenienti da tutto il mondo, agli occhi dei quali l’Italia appare oggi, ingiustamente, come un grande lazzaretto. Hanno certamente vinto il principio di prudenza e l’esigenza di contenimento di un nuovo agente patogeno il cui pericolo maggiore risiede nell’elevata contagiosità e nel rischio di intasare le capacità assistenziali delle strutture sanitarie, in particolare delle rianimazioni. Resta il nostro rammarico per la perdita di questa occasione. Ci rivedremo nel 2021 in una edizione che, ne siamo sicuri, metterà al centro dei temi affrontati quello della corretta comunicazione in campo sanitario. Ce ne sarà davvero bisogno visti gli innumerevoli episodi di autentica “malainformazione” a cui stiamo assistendo in questi drammatici giorni».
Italo Marinelli, pediatra, infettivologo e giornalista.