Il convegno organizzato da alcuni cacciatori e agricoltori abruzzesi a Montesilvano, in programma per il prossimo 7 marzo, presso l’Hotel Adriatico è stato rimandato a data destinarsi in ragione dell’emergenza coronavirus in corso.
La decisione, fanno sapere gli organizzatori, è stata adottata in ragione delle «numerosissime adesioni, circa mille persone, provenienti da tutto l’Abruzzo». L’evento era stato organizzato formalmente «a difesa del mondo agricolo e degli automobilisti» rispetto alla questione cinghiale, ma in realtà per contestare pubblicamente il piano faunistico venatorio in via di approvazione in Regione. Secondo alcuni capisquadra, infatti, il documento di programmazione faunistica stilato dalla Regione e assentito dall’Ispra sarebbe troppo restrittivo nei confronti della braccata, la tecnica di caccia utilizzata dai cacciatori di cinghiali in squadra. Il nodo della questione sarebbe la distinzione del territorio in area vocata e area non vocata alla presenza del cinghiale. Nella seconda zona, quella dove il cinghiale non deve esserci perché fortemente antropizzata, sarebbe vietata la braccata. In realtà i tecnici della Regione hanno già spiegato che quella terminologia e quella stessa suddivisione territoriale è stata fatta dall’Ispra sulla base di dati oggettivi perché scientifici, ma allo stesso tempo hanno rassicurato il mondo venatorio che nulla cambierà rispetto al passato in termini di tecniche di caccia. Anche perché la gestione e l’applicazione pratica sarà demandata agli Atc e ogni Atc avrà una ampia discrezionalità rispetto alle indicazioni di massima fornite dal piano faunistico venatorio. In sostanza si andrà a caccia come in passato, con le stesse tecniche, ma questo i cinghiali fanno finta di non capirlo, perché il loro vero obiettivo è quello di inscenare una prova di forza nei confronti della Regione e del nuovo assessore alla caccia, Emanuele Imprudente. «Sulla base della grande partecipazione degli interessati, – si legge infatti nella nota degli organizzatori – ribadiamo alla Regione le nostre richieste di modifica del piano faunistico già presentate a suo tempo, altrimenti da convegno si trasformerà in manifestazione massiccia sotto la Regione».