AGNONE. Volano gli stracci tra il sindaco Lorenzo Marcovecchio e le due ex rappresentanti della giunta di centrodestra a Palazzo San Francesco, Linda Marcovecchio e Annalisa Melloni. In una lunga nota al vetriolo, il primo cittadino replica alla richiesta di dimissioni formulata da Marcovecchio e Melloni e ripercorre varie vicissitudini tra le quali l’installazione della centrale a Biomasse. Dalla quarantena romana, il sindaco di Agnone, parla ai suoi concittadini anche di Provincia, emergenza coronavirus, raccolta differenziata, progetto Sprar, donazioni sangue con il ‘caso’ Fidas e tanto altro ancora.
“Adesso basta – esordisce Marcovecchio – Arrivare a chiedere le dimissioni in un momento di emergenza mai affrontata a livello – forse – mondiale, serve solo ad identificare le ambizioni personali di personaggi incapaci di amministrare e che – forse teleguidati dall’alto – parlano e sparlano arrivando a sconfessare se stessi e i 4 anni di amministrazione in cui hanno avuto un ruolo di vertice. Prima di una attenta disamina, però, sono doverose due domande: quali sarebbero i progetti, le proposte, le attività sponsorizzate dalla Melloni e Marcovecchio che sarebbero state bocciate dalla maggioranza comunale; se un vicesindaco ed un assessore (con ben 11 deleghe) non riesce a comprendere cosa accade di chi è la colpa? Fatta questa necessaria premessa, ne è necessaria una ulteriore. Le due dimissionarie – prosegue il sindaco – parlano come se in questi quattro anni avessero dormito (e forse è così) e solo oggi qualcuno (risulta anche facile saperne il nome) le avesse riportate sulla terra. Come se loro, le due ex assessori, non solo non avessero avuto ruoli in giunta ma anche in consiglio comunale. Eppure, in quel consiglio, ci sono state eccome e da li sono riuscite, all’insaputa dei più, a muovere non tante ma situazioni di particolare interesse. Eppure in quel consiglio e con quel sindaco oggi accusato di gestire a chilometri di distanza non solo ci si sono candidate, non solo sono state elette, ma ci hanno anche governato. Ciò fino a quando non hanno capito che, per ambizione personale era giunto il momento di gettare lui e tutta l’amministrazione a mare perché per Agnone è “il momento di un sindaco donna”. Alla faccia del bene della collettività. Alla faccia della mancanza di interesse. Ma è giusto che si sappia che, questo, è un disegno che muove i passi da lontano. Almeno dalle elezioni regionali ma che necessitava di un ulteriore passaggio per completarsi. Passaggio che si è concretizzato allorquando c’è stata l’imposizione della candidatura in Provincia al posto del consigliere Roberto Amicone o quando c’è stato il voto diverso sul candidato presidente. Anche quello per motivi personali. Era stata promessa la vicepresidenza (forse non solo a lei e forse -anzi, sicuramente non solo quello ma a breve ci sarà la conferma) tanto è vero che in un raro momento di imbarazzo, la stessa Marcovecchio ebbe a chiedere che non le venissero tolte le deleghe perché di lì a breve avrebbe occupato il posto di vicepresidente in Provincia lasciando le deleghe di Agnone. Evidentemente, anche lì ad Isernia non se la sono sentita di nominarla lasciandole ancora una volta la necessità del colpo di teatro per mollare (anziché essere mollata come meritava da tempo). L’occasione si è presentata con la famosa centrale a Biometano. Questione a suo dire sconosciuta. Progetto che non condivideva ne sapeva. Ora. Se un assessore ai Lavori pubblici non conosce un progetto che passa per l’ufficio tecnico risulta essere se non strano quantomeno grave. Significa, cioè, che dopo quattro anni forse ancora non si è capita l’ubicazione degli uffici. Ma così non è. Linda Marcovecchio gli uffici ed i progetti li conosceva molto bene, così come conosceva bene quello della centrale a Biometano. Andate a controllare il piano triennale per le opere pubbliche dalla stessa redatto ed approvato e vedete cosa c’è dentro. Poi chiedete chi avrebbe dovuto redigere la relazione geologica e chi aveva già i progetti ed ogni dato della centrale. Alla fine tracciate una linea ed avrete l’esatta moralità della persona. Quella stessa persona che, incapace e inconcludente, non ha mai permesso che i mezzi per la raccolta differenziata, giacenti da anni nel Comune di Poggio Sannita, venissero consegnati ai diversi Comuni così che questi ne curassero non solo la manutenzione ma anche le relative spese. Invece di lasciare tutto l’onere al Comune di Agnone che si ritroverà l’onere di ben tre anni di bolli su sei mezzi oltre a tutte le spese per la messa su strada. Discorso a parte per Annalisa Melloni, entrata in giunta solo grazie al passo indietro di Giovanna Gigliozzi che in un momento particolare della sua vita privata non se la sentiva di avere ulteriori impegni. Melloni che, con undici deleghe tra cui Sociale e Bilancio, aveva il tempo di assentarsi per un mese continuativo nel periodo antecedente all’assestamento di Bilancio ma che, da assessore alle Politiche Sociali, non ha mai trovato il tempo per revocare alcuni affitti, intestati ad un suo familiare, assegnati allo Sprar e non vuoti per molto tempo. Fatta questa premessa, analizziamo le ultime – farneticanti – dichiarazioni. Risulta strano che in quattro anni di nulla assoluto, senza il benché minimo risultato, oggi ci sia ancora qualche cittadino che chieda e si informi dalle due consigliere. Ma poiché tutto è possibile, le due consigliere dovrebbero conoscere le buone pratiche dell’Ente e sapere che in ogni momento possono accedere presso gli uffici comunali per avere i lumi richiesti. Chi, infatti, fino a ieri ha criticato il modus operandi dell’opposizione oggi si comporta non solo in maniera analoga ma anche peggio. Del resto, da chi sbaglia anche le procedure per creare un gruppo in seno al consiglio comunale, non ci si può ne potrebbe aspettare qualcosa in più.
Questione Emergenza. Fin da subito sia il sindaco sia il vicesindaco sia tutti gli assessori sono stati impegnati per meglio gestire questa delicata situazione che, è innegabile, è stata sottovalutata nella sua ampiezza non ad Agnone ma a livello nazionale. Se nel giro di sei giorni sono stati emanati ben tre decreti evidentemente il problema non era solo altomolisano. Da parte nostra, in stretto contatto con la Prefettura, con il presidente Toma, con tutti i sindaci del Molise, si è cercato e si sta cercando di adottare norme unitarie che possano agevolare o, meglio, tutelare in maniera sanitaria la popolazione senza danneggiare quella che, fino al primo decreto, era l’economia cittadina. Ci siamo, infatti, messi subito in comunicazione con tutte la attività commerciali raccogliendo il loro parere e suggerendo loro la migliore strada per provare a mantenere un minimo di attività.Abbiamo attivato tutti i canali per la comunicazione, da ultimo anche la filodiffusione e non perché ne hanno fatto richiesta le due redente. Ma perché si è seguito uno schema con delle priorità e la filodiffusione si è attivata quando è stato il tempo. Il problema delle mascherine e dei dispositivi di sicurezza era questo un invio che, fino a due giorni fa, doveva esser fatto dalla protezione civile. Quando è stato comunicato il venir meno di tale adempimento, d’accordo e di concerto con tutte le amministrazioni ci si è mossi in maniera uniforme. Anzi. A tal proposito ci si è impegnati personalmente per cercare di recuperarle anche tramite conoscenze dirette proprio per far fronte a tale carenza nazionale.
Sanificazione stradale. Dopo aver già provveduto a sanificare le scuole ed altri edifici comunali, attendevamo di conoscere la disponibilità della ditta, già a suo tempo contattata, per sapere quando potrà procedere con la bonifica delle strade. Strade non solo urbane ma anche rurali. Avuto l’ok questa mattina, possiamo dire che la disinfezione da coronavirus si farà nella giornata di domani martedì 17 marzo. Problema donazioni. Rigiriamo la domanda: cosa ha fatto la consigliera provinciale (ex vicesindaco fino a due mesi fa) per risolvere il problema delle donazioni in Alto Molise? Donazioni che sono sospese non da ieri ma da circa un anno? Dove sono state le neo paladine fino ad oggi? Potremmo continuare per pagine e pagine ma, dato il momento, non ci sembra opportuno né rispettoso verso chi quotidianamente lotta e soffre contro un nemico sconosciuto. Lo faremo successivamente. Chiediamo scusa alla cittadinanza che, in questi giorni, tutto vorrebbe sentire meno che queste beghe da bar. Ma è arrivato il momento – conclude – di dire basta e di pretendere le dimissioni delle consigliere Marcovecchio e Melloni per la loro inadeguatezza mostrata in questi quatto anni di vita amministrativa e la loro inadeguatezza al ruolo mostrata dopo appena duesettimane da opposizione. Gli sciacalli si comportano così. E in questo momento particolare di questi animali Agnone non ne ha bisogno”.