CAMPOBASSO – Un sindaco che acquista armi da fuoco per la dotazione del corpo di Polizia municipale è una notizia? Non ci pare affatto, siamo al minimo sindacale, perché un operatore di Polizia locale di una città medio-grande può e deve avere in dotazione un’arma da fuoco. Lo prevede la legge, ovviamente, e anche il buonsenso. Il Pd molisano, tuttavia, riesce a polemizzare anche su questo, prendendosela con il sindaco pentastellato di Campobasso, Roberto Gravina.
In una nota inviata alla stampa da Antonio Battista, Giose Trivisonno, Alessandra Salvatore e Bibiana Chierchia si legge:
«Con il progetto finanziato dallo Stato “Scuole Sicure” l’amministrazione Gravina sceglie la “sicurezza scolastica” all’americana: fatta con 15 pistole Beretta. La delibera n. 81 del 2020 parla chiaro. Bene la garanzia del presidio dei vigili urbani, per consentire, con la loro presenza, di dissuadere gli studenti dal cedere, gratuitamente o dietro corrispettivo, sostanze stupefacenti. Male, anzi, malissimo l’idea che, per il presidio dinanzi alle scuole di ogni ordine e grado, li si debba armare. Si è persa l’opportunità di investire risorse – quelle destinate all’acquisto di armi – sul personale, operatori sociali con formazione specifica e psicologi, che potrebbe efficacemente interagire con i ragazzi, coordinandosi con Dirigenti scolastici e docenti, molti dei quali già lavorano sulla prevenzione, facendo leva sui rapporti umani, sulle parole, sul sapere. La sicurezza e la prevenzione nelle scuole sono legate alla informazione e alla accorta interazione con gli studenti e con un mondo, il loro, complesso e fragile, nel quale non si fa irruzione con le pistole. Chiediamo un passo indietro dell’Amministrazione: l’immediata revoca dell’atto o una rimodulazione del progetto; due passi avanti: l’impiego delle somme, oggi nel progetto destinate alle pistole, per interventi degli operatori sociali».