«Nel pieno di questa pandemia, con i contagi che purtroppo aumentano giorno dopo giorno, organizzare una festa in casa o in un casotto in campagna con decine di persone – oltretutto quasi sempre senza mascherina e senza alcun rispetto delle norme di distanziamento – non può essere considerato un semplice fatto privato e, quindi, una cosa che non ci riguarda. E il motivo è semplice: ancora in pochi hanno ben chiaro che quella che stanno organizzando non è una semplice festicciola e nemmeno una banale “cenetta tra amici”. In quella casa o in quel casotto in campagna, più o meno consapevolmente, si stanno creando le condizioni per una potenziale bomba. Una bomba sanitaria che, se innescata, prima o poi esploderà nelle case dei partecipanti alla “cenetta” e i cui effetti si allargheranno a macchia d’olio, prima tra i familiari e poi in tutto il paese».
Non usa mezzi termini il sindaco di Capracotta, Candido Paglione, per inviare questo messaggio all’indirizzo di qualche suo compaesano incline a festicciole e libagioni. Il discorso è generale e astratto, ma pare proprio che il sindaco ce l’abbia con qualcuno in particolare lì su in paese.
«Questo non è allarmismo, – riprende il primo cittadino – è semplicemente la constatazione di quello che purtroppo sta accadendo, anche in provincia di Isernia, e che sta consentendo al coronavirus di far dilagare i contagi.
Perché, appunto, la libertà di fare le “cenette”, di organizzare una festa in casa propria o comunque di fare assembramenti, finisce esattamente dove comincia la libertà degli altri, la nostra libertà e con essa il nostro diritto a non essere costretti a contagiarsi, nonostante il rispetto che abbiamo per tutte le regole che sono in vigore in questa terribile pandemia.
Infatti, mai come in questo momento dovremo fermarci un attimo e provare a recuperare lo spirito di comunità, – aggiunge il sindaco, che è anche un medico veterinario e di malattie contagione ne sa qualcosa evidentemente – abbandonare i facili egoismi e individualismi e capire che siamo tutti parte di un ragionamento più grande e che la libertà di ciascuno di noi finisce, appunto, dove comincia quella del nostro vicino. Per questo, se ognuno di noi avrà compreso che proprio in momenti come questo, serve recuperare lo spirito di appartenenza e il senso di comunità, allora forse avremo risolto anche il problema di questa grave pandemia. E non occorreranno regole particolari o politici severi, ma solo cittadini muniti di buon senso. Indossare una mascherina, rispettare la distanza interpersonale e lavarsi le mani tutto sommato non è poi così difficile.
Non buttiamo via tutti gli sforzi che abbiamo fatto fino ad ora».