L’Abruzzo da domani in zona arancione e l’Arci Caccia Abruzzo scrive alla Regione, al presidente Marsilio e all’assessore Imprudente, per chiedere lumi in merito alle modalità di svolgimento dell’attività venatoria, come fatto già da altre associazioni venatorie. Arci Caccia va però oltre e propone nell’immediato una sospensione della caccia in braccata, cioè della caccia collettiva che porta inevitabilmente agli assembramenti, con la clausola però del posticipo della sua chiusura a fine gennaio.
La nota è stata firmata dal presidente regionale dell’ArciCaccia, Massimiliano Di Luca. «L’auspicio – scrive Di Luca – è che si possa praticare la caccia all’interno dell’Atc di iscrizione, nel rispetto delle normative anti Covid».
Un auspicio che cozza con le restrizioni previste dal Dpcm per le zone arancioni: divieto di circolazione tra un Comune all’altro se non per comprovate esigenze di salute, lavoro o necessità. E la caccia, evidentemente, non rientra nella triplice casistica prevista.
«Chiediamo inoltre, vista la situazione già grave in merito ai danni all’agricoltura e agli incidenti stradali causati dalla specie cinghiale, – aggiunge il presidente dell’Arci Caccia – di poter svolgere la caccia di selezione, a singolo, nei distretti assegnati e di sospendere la caccia in braccata, con la possibilità, se le condizioni di contagio lo permetteranno, di posticiparne la chiusura a gennaio».
Una proposta di buonsenso che cerca di contemperare il diritto a praticare la caccia con la necessità di evitare assembramenti al fine di arginare il contagio da Covid19.
Francesco Bottone
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