Ci risiamo. Come ampiamente anticipato da questa testata, il laboratorio Analisi dell’ospedale ‘San Francesco Caracciolo’ nei prossimi giorni rischia l’interruzione del servizio h24. Il problema, manco a (riba)dirlo, è legato alla carenza del personale, nello specifico di tecnici. Tra pensionamenti e personale in malattia, infatti nel laboratorio rimarrebbero operativi due soli tecnici non in grado di assicurare una continuità spalmata sull’intero arco di giornata. Necessario quanto meno l’arrivo di almeno due unità operative.
A tal riguardo la notizia avrebbe già raggiunto il tavolo del direttore generale di Asrem, Oreste Florenzano chiamato a dare risposte imminenti affinché si eviti l’ennesimo taglio ad una struttura notoriamente tartassata da soppressioni e servizi che funzionano a singhiozzo. L’invio dei due nuovi tecnici che potrebbero essere ‘reperiti’ dalla graduatoria esistente, dovrà avvenire entro e non oltre il 10 maggio. Diversamente il laboratorio Analisi funzionerà solo nelle ore della mattina dal lunedì al venerdì.
Questo nuovo e inquietante scenario di conseguenza metterebbe il Pronto soccorso nell’impossibilità di operare sui turni esistenti. Ma non solo perché ricadute negative si avranno anche per il reparto di Medicina dove la situazione non migliore della fotografia scattata nel laboratorio Analisi. Infatti, fonti sindacali continuano a sostenere la carenza di infermieri turnisti. Anche in questo caso per consentire il meritato riposo all’attuale personale servirebbero altri due infermieri. A ciò va aggiunto che il 40% di queste figure viene impegnato nella campagna di vaccinazione. Viene da sé che dopo un turno di notte l’infermiere non potrà recarsi a prestare servizio al centro di Palazzo San Francesco. Altra nota dolente riguarda il laboratorio di Radiologia dove dal 1 giugno un tecnico andrà in pensione. Rimarranno in servizio in tre che non riusciranno a garantire le reperibilità notturne per l’intero mese.
Della vicenda interessato anche il primo cittadino di Agnone, Daniele Saia il quale avrebbe chiesto un incontro urgente con i vertici dell’Asrem. A questo punto una domanda sorge spontanea: è mai possibile che per l’unico ospedale di area disagiata ogni qualvolta è necessario l’invio di nuovo personale si debba arrivare sempre all’ultimo momento? Ed ancora: è mai possibile non programmare pensionamenti già in agenda da tempo? A pensar male si fa peccato, ma la sensazione resta quella che per la sanità pubblica delle aree interne non c’è futuro. L’augurio naturalmente è di sbagliarsi. Lo si vedrà nei prossimi giorni a partire da lunedì 10 maggio.