Da Los Angeles in California, come da Schiavi di Abruzzo nell’Alto Vastese, ma soprattutto da Roma capitale, tutti ad Agnone, cuore dell’Alto Molise. L’attrazione del momento? Lo stadio “Civitelle”, dove oltre trentacinque ragazzini si sono riuniti, in questi giorni e fino a sabato, per partecipare al primo ed esclusivo camp “Tif”, acronimo che significa “The Intensity Football“. Mente e cuore del progetto sportivo motivazionale, dagli intuibili risvolti turistici, è Pietro Donadio, un passato da calciatore professionista fino alla serie C, poi per almeno un decennio allenatore del settore giovanile della A.S. Roma.
Il trucco c’è, perché mister Donadio è sposato ad Agnone, ma al netto delle sue questioni di cuore, parliamo di uno stimato professionista dello sport che è riuscito a portare oltre trentacinque ragazzi, con le rispettive famiglie, da Roma in Alto Molise. Nel periodo appena seguente alla pandemia. Una sorta di miracolo anche in termini turistici che accende i riflettori sul cosiddetto turismo sportivo ed esperienziale. Un “gol”, nel senso di obiettivo centrato, del quale si sono accorti sia il sindaco Daniele Saia che l’assessore allo sport, Franco Marcovecchio, che infatti nella giornata di domani incontreranno il mister, il suo team e soprattutto i ragazzi ospiti del camp.
“Mangio calcio, dormo sognando calcio, respiro calcio. Non sono matto, sono solo innamorato”. E’ lo slogan coniato dagli organizzatori del primo camp “The intensity football” riservato ai ragazzi nati dal 2000 al 2014. «Il nostro obiettivo è quello di individuare le doti e i difetti di ogni giocatore, in modo da correggere gli errori e potenziarne le doti, lavorando nello specifico sulla tecnica coordinativa e sull’intensità della giocata, utilizzando attrezzature innovative studiate appositamente per questa tipologia di allenamento» sono le parole del mister che sintetizzano tutto il lavoro che c’è dietro il camp intensivo di Agnone. Intensità. E’ sicuramente questa la parola chiave che può sperimentare chiunque osservi, dagli spalti del “Civitelle”, i doppi allenamenti giornalieri cui sono sottoposti i ragazzi. Velocità di esecuzione, potrebbe essere questo un altro concetto chiave del progetto. Ma anche affinamento della tecnica personale e motivazione. Interessati al progetto, unico nel suo genere in Alto Molise, abbiamo incontrato il mister Donadio.
«E’ un camp legato ad un discorso di affinamento della tecnica calcistica individuale. Insieme agli oltre trentacinque ragazzi, quasi tutti di Roma, abbiamo portato qui ad Agnone anche le loro famiglie che sono rimaste affascinate dalla bellezza dei posti, dalla natura e dalle attrazioni culturali che offre l’Alto Molise. In molti mi hanno già detto che torneranno presto, anche a Natale. Siamo stati ospiti, ad esempio, della Pontificia fonderia Marinelli, e i ragazzi sono stati letteralmente rapiti dalle spiegazioni dei maestri campanari.
Ed è anche una esperienza di crescita dal punto di vista del carattere per questi ragazzi, che staranno per una settimana fuori dal contesto familiare, facendo esperienze culturali e sportive appunto, ma anche dovendo sistemare la stanza da soli, senza la mamma che fa sempre tutto». Fiutando la straordinaria opportunità e la visibilità data dal camp “Tif” sia il Comune di Agnone che la società sportiva Olympia Agnonese si sono messe a completa disposizione del team di mister Donadio.
«Ringraziamo il sindaco Saia, l’assessore allo Sport Marcovecchio, il responsabile della scuola calcio dell’Agnonese, Fernando Sica e il presidente del locale club Mario Russo. – riprende il mister – Ci hanno messo a disposizione questo meraviglioso impianto sportivo che è lo scenario ideale per i nostri allenamenti motivazionali». Entrando più nel dettaglio il mister spiega che oltre all’aspetto tecnico e tattico legato al calcio, il suo staff lavora anche sul piano motivazionale appunto, quello psicologico che mira a rafforzare l’autostima del singolo ragazzo e calciatore.
E non a caso nel team di istruttori scelto direttamente dal mister, tutti allenatori Uefa B e C, Mauro Ottaviani, Matteo Amendola, Fabrizio Spogani, Matteo Miglio, c’è anche il “mental coach” Mauro Salvatori. Quest’ultimo spiega: «Lavoriamo sempre sull’aspetto mentale e motivazionale affiancato a quello tecnico-tattico. La motivazione è un qualcosa in più, che ti fa raggiungere obiettivi ritenuti forse inimmaginabili. Lavoriamo molto sulla disciplina, sulla motivazione appunto, sui valori per preparare principalmente bravi ragazzi, che poi magari diventeranno anche dei grandi giocatori».
Testa, intesa come mente e carattere, e piedi, intesi come capacità tecnica, è questo il binomio vincente messo in campo dal team di mister Donadio. E vista la grande riuscita della prima esperienza qui in Alto Molise già si pensa al futuro. «Cerchiamo di trasmettere la passione che avevamo noi da bambini per il calcio, quando si giocava fino a sera per strada. – chiude il mister – Grazie a tutti, grazie ad Agnone, questa fantastica città che ci ha ospitato, grazie al sindaco Saia che incontreremo domani insieme all’assessore allo Sport, Franco Marcovecchio, e anche con loro pensiamo già all’edizione dell’anno prossimo che magari sarà di due settimane».
Francesco Bottone
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