L’uso prolungato di dispositivi medici elettronici impiantabili, come pacemaker, viene ostacolato dalla reazione del corpo ai corpi estranei. Un team di scienziati dell’Università di Cambridge ha dimostrato che la reazione può essere ridotta incorporando un farmaco antinfiammatorio nel rivestimento in silicone attorno all’impianto.
Il primo autore dello studio è il dottor Damiano Barone del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche dell’Università di Cambridge, che ha dichiarato alla stampa: «La reazione da corpi estranei è attualmente una complicanza inevitabile dell’impianto ed è una delle principali cause di fallimento dell’impianto. Al momento, l’unico modo che abbiamo per prevenirlo è usare farmaci antinfiammatori ad ampio spettro come il desametasone. Ma questi sono problematici: possono fermare le cicatrici, ma anche interrompere la riparazione».
I ricercatori hanno aggiunto una molecola al rivestimento del dispositivo e ne hanno testato l’effetto nei topi verificando che ciò impediva la reazione da corpo estraneo.
L’autrice senior congiunta, la professoressa Clare Bryant del Dipartimento di Medicina dell’Università di Cambridge, ha dichiarato: «C’è molta eccitazione intorno a questa nuova classe di farmaci antinfiammatori. Una volta che sono stati sottoposti a studi clinici e hanno dimostrato di essere sicuri da usare, dovremmo essere in una buona posizione per integrarli nella prossima generazione di dispositivi impiantabili. La combinazione di questi farmaci con materiali diversi e rivestimenti più morbidi per i dispositivi potrebbe trasformare la vita delle persone che necessitano di impianti a lungo termine per superare gravi disabilità o malattie. In particolare, questo potrebbe fare un’enorme differenza per le neuroprotesi – protesi che si collegano al sistema nervoso – dove la tecnologia esiste, ma le cicatrici non hanno ancora reso praticabile il loro uso diffuso».