La burocrazia ferma anche le ambulanze e un povero centenario bisognoso di cure mediche, secondo gli scienziati strapagati che pretendono di gestire una materia delicata come quella sanitaria, dovrebbe percorrere oltre sessanta chilometri prima di raggiungere il primo Pronto soccorso utile.
Mobilità passiva, è questa la illogica motivazione per la quale una persona di cento anni, A.C. le sue iniziali, residente in frazione Taverna di Schiavi di Abruzzo, che ha accusato un malore e magari rischia la vita vista l’età avanzatissima, non può essere trasferita con l’ambulanza del 118 al “Caracciolo” di Agnone, nel vicino Molise, dove arriverebbe in poco più di venti minuti, ma deve essere trasportato fino a Vasto, in un ospedale abruzzese, anche se dista oltre sessanta chilometri e magari ci arriva già morto.
Storie di ordinaria idiozia si registrano nell’Alto Vastese. L’ultima è di questa mattina, raccontata, con comprensibile sdegno, dal nipote dello sfortunato centenario. Il povero uomo, classe 1913, ha raggiunto il secolo di vita, ma oggi ha rischiato di morire per colpa di uno stupido confine geografico. Per colpa di un burocrate pagato con denaro pubblico che ha stabilito che gli ospedali non sono tutti uguali, solo perché si trovano al di là di un confine appunto.
Ecco il racconto del nipote.
«Quello che dovrebbe essere “emergenza salute” per l’Alto Vastese è ormai una triste normalità. Frazione Taverna di Schiavi di Abruzzo (CH), mio nonno perde coscienza tra le mie braccia. La signora Marioara (la badante di nonno) si precipita al telefono per chiamare il 118 (ore 11:15 ca.). Alle 11:20 mi ricontattano da Chieti, l’ambulanza è partita da Castiglione Messer Marino, mi informano che è priva di personale medico, soltanto infermieri a bordo. Al telefono, all’addetto del 118, chiedo se l’ambulanza che è in viaggio potrà trasportare il nonno all’ospedale di Agnone (IS), il nosocomio più vicino al Comune di Schiavi di Abruzzo. NO, Agnone è Regione Molise, impossibile! Destinazione ospedale di Vasto. Con i tempi non ci siamo, le condizioni di salute del nonno sono scadute, il medico in ambulanza non è cosa per chi vive, quotidianamente, i tanti disagi di queste zone di confine dimenticate da tutti. Unica soluzione raggiungere Agnone con la mia macchina e per un fato, sino ad ora dalla nostra parte, sono qui a raccontare questa ennesima storia di emergenza vestita di normalità. Ah, l’ambulanza si è fermata a Castiglione Messer Marino».
Ecco, sono queste le folli storie che i politici, quelli che oggi si candidano o si ricandidano a governare la Regione Abruzzo, dovrebbero impegnarsi a cancellare per sempre. Ma i candidati sono di Teramo, di Pescara, che ne sanno di cosa significa aver bisogno dell’ambulanza o di un ricovero in un qualsiasi centro dell’Alto Vastese? Ma di che cosa parliamo? Anzi, di che cosa parlano? Abbiano almeno la decenza di tacere e di non farsi vedere a chiedere voti nell’Alto Vastese.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
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