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  • Concessioni edilizie a Villacanale, il Comune di Agnone trascinato davanti al Tar

    Il Comune di Agnone trascinato davanti ai giudici amministrativi. Motivo del contendere? Un banale permesso a costruire, quello che un tempo si chiamava concessione edilizia, impugnato da una donna originaria di frazione Villacanale, ma residente in un altro centro del Molise. A fronte di ciò la Giunta municipale ha deliberato a maggioranza, assenti le assessori Sciullo e Gennarelli, di resistere in giudizio «per tutelare gli interessi dell’amministrazione comunale».

    La vicenda parte in estate, quando, precisamente nel giugno scorso, il responsabile del settore tecnico del Comune concede un permesso a costruire per la realizzazione di un fabbricato in frazione Villacanale. A distanza di mesi contro quell’atto di concessione una cittadina, rappresentata e difesa dall’avvocato Lucia Mascitto, propone un ricorso al Tribunale amministrativo regionale, notificato al Comune di Agnone solo qualche giorno prima di Natale. Il ricorso è finalizzato ad ottenere l’annullamento del permesso a costruire, nonché degli atti connessi e consequenziali, con istanza di sospensiva. La Giunta Saia, riunita nei giorni scorsi, ha «ravvisato la necessità di costituirsi in giudizio, per tutelare gli interessi dell’amministrazione comunale di Agnone»., ed ha incaricato l’avvocato Marco Marinelli per la necessaria assistenza legale e per resistere in giudizio, «in quanto – si legge nella delibera di giunta – già legale del Comune in vertenza analoga riguardante precedente permesso di costruire riferito allo stesso fabbricato». Una sorta di storia infinita, dunque, tra due privati cittadini, che ora coinvolge e trascina davanti al Tar anche il Comune di Agnone e il suo ufficio tecnico. Manna dal cielo per gli avvocati, un po’ meno per le casse comunali dalle quali dovranno uscire i soldi per le spese di giudizio, denaro proveniente dalle tasche dei cittadini in ultima analisi. La somma impegnata non è stratosferica e non manderà in rosso il Municipio, si tratta infatti di mille e cinquecento euro.  

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