«Si è svolto ieri al MIMIT alla presenza del Ministro Urso, l’incontro con i vertici europei di Stellantis e le organizzazioni sindacali sul piano industriale del Gruppo in Italia. L’azienda non ha portato nessun elemento di novità rispetto a quanto annunciato precedentemente, alle garanzie degli stabilimenti e delle attività nel nostro paese. È del tutto evidente, come sottolineato anche dal Ministro, che senza investimenti l’intera filiera soffre e non ha prospettive».
Lo dichiara in una nota Simone Marinelli, coordinatore automotive per la Fiom-Cgil nazionale. «Per tornare ad essere uno dei primi Paesi produttori in Europa occorrono nuovi modelli e nuovi volumi per saturare la capacità produttiva installata, ovvero tornare a produrre quasi due milioni di veicoli, a fronte dei poco più di 460 mila prodotti nel 2022. Il fondo sull’automotive deve essere utilizzato prioritariamente per rilanciare la produzione ed insieme alle risorse del PNRR per investire sulle infrastrutture. Gli incentivi non bastano a far ripartire il settore ci sono priorità, a partire dall’aumento del salario delle lavoratrici e dei lavoratori. L’incontro deve aprire un confronto tra azienda, sindacati e Governo per arrivare ad un accordo condiviso su tre punti: produzione, occupazione e salario. Con questo obiettivo nei prossimi giorni la Fiom avvierà una campagna di assemblee per condividere con le lavoratrici e i lavoratori le iniziative a sostegno della vertenza».
«Nell’incontro al Mimit (MISE), l’azienda oltre ad aver chiesto finanziamenti non è entrata nello specifico del piano industriale. – spiega Alfredo Fegatelli della Fiom Cgil Chieti – Rispetto a Sevel, pur dichiarando la centralità dello stabilimento, non hanno fatto riferimento ad investimenti o a nuovi modelli. Hanno parlato dell’accordo con Toyota senza quantificare di quanti furgoni parliamo e i volumi che questo accordo produrrà tantomeno se le produzioni eventualmente previste saranno destinate anche allo stabilimento di Gliwice, mai mensionato nella discussione da parte dell’azienda. Nella discussione è emersa l’intenzione dell’azienda di proseguire con il processo di internalizzazione delle attività, questa attività metterà ulteriormente in difficoltà le aziende dell’indotto. Durante l’incontro è arrivata la notizia della fermata dello stabilimento Sevel a partire dalle ore 22 di mercoledì 15 febbraio fino a venerdì, dimostrando di nuovo la non capacità di programmazione da parte del gruppo. Questa situazione si ripercuote negativamente sulle aziende dell’indotto e clienti».