Un esperimento sociale, quasi una sfida quella lanciata dal comandante della stazione Carabinieri di Castiglione Messer Marino, il luogotenente Ivan Sammarone, agli alunni dell’istituto scolastico comprensivo: stare “appena” ventiquattro ore con il telefonino spento, per riscoprire la bellezza di altre attività, quali la lettura, lo sport, le passeggiate o semplicemente il chiacchierare e giocare con i propri amici dal vivo e non attraverso un dispositivo elettronico. Alzare gli occhi dallo schermo e scoprire il mondo reale che c’è intorno e nel quale si vive, le relazioni sociali, le emozioni e l’empatia verso gli altri.
L’originale iniziativa, partorita dalla mente del sottufficiale dell’Arma, è stata proposta agli alunni delle classi V della scuola primaria e le tre classi della scuola secondaria di primo grado di Castiglione Messer Marino, nell’ambito di un incontro formativo, purtroppo a porte chiuse, sui temi riguardanti la cultura della legalità e i pericoli del web.
«Per legalità, – spiegano dall’istituto comprensivo, in una nota, al termine dell’incontro – si intende rispetto per la legge e per gli altri, in particolare nelle comunità in cui si vive: scuola, famiglia, paese. Il comandante della locale stazione Carabinieri ha affrontato argomenti quali il razzismo, le discriminazioni, la violenza sulle donne, sui minori, sui bambini, sugli animali, l’inquinamento, la mafia, il bullismo, per sensibilizzare gli alunni su questi temi sempre più attuali. I ragazzi vengono esortati al dialogo con la famiglia, con gli insegnanti, al fine di trovare soluzione ai problemi e a seguire i consigli giusti: osservare la legge, usare la testa, no alle armi, no alla droga, no all’alcool, aiutare lo Stato, essere attori di legalità. Se non si sta nella legalità – continuano dalla scuola di Castiglione – si hanno responsabilità penali,ne rispondono i genitori per i ragazzi al di sotto dei 14 anni. Le conseguenze sono segnalazioni e denunce che non si cancellano e incidono a vita sull’individuo».
Il luogotenente Sammarone ha poi portato all’attenzione degli studenti alcuni esempi di bullismo a scuola: cyberbullismo, sexting, ma anche altri comportamenti illegali e particolarmente pericolosi come la pedofilia, il tema delle dipendenze, dell’isolamento, delle truffe e del sempre più diffuso furto di identità, alimentato e facilitato dall’uso non responsabile e prolungato dei social e della rete.
«Si invitano i ragazzi ad aiutare lo Stato denunciando reati e a fornire aiuto reciproco, facendo cenno al concetto di responsabilità penale e alle relative conseguenze. – aggiungono in chiusura dall’istituto comprensivo, riassumendo un po’ il senso di quanto spiegato e insegnato dal sottufficiale dei Carabinieri – Rispettare le regole di buona educazione anche in rete. Prima di pubblicare… pensa».
Francesco Bottone