Il lavoro è sicuramente un diritto, ma ce ne sono altri che sono addirittura più importanti: come quello alla fruizione dei servizi di base, sanità istruzione, viabilità, e via elencando, garantiti dalle leggi dello Stato e addirittura dalla Costituzione repubblicana. E ha insistito proprio su questi diritti che devono essere garantiti ovunque, anche e soprattutto nelle aree interne del Paese come l’Alto Molise, il sindaco Daniele Saia, nel corso del suo intervento pubblico durante le celebrazioni del primo maggio scorso.
«L’Italia è una Repubblica fondata prima di tutto sul lavoro; il lavoro come mezzo di emancipazione, di affermazione, di libertà. – ha spiegato il primo cittadino di Agnone davanti al monumento ai caduti sul lavoro, che undici anni fa venne donato alla comunità dal compianto Nicola Cacciavillani, dalla ditta Cacciavillani Marmi – È questa l’unica bandiera che ha animato i moti e le rivendicazioni sindacali degli operai che oggi ricordiamo: la necessità di formare una coscienza del lavoro, il bisogno di affermarsi come parte necessaria della società, la voglia di incidere nelle scelte che ci riguardano sono l’eredità di quei moti». Un accenno poi alle cosiddette “morti bianche”, quelle sul lavoro appunto. «Sono state 1090 le morti sul lavoro secondo i dati dell’Inail nel 2022. -ha ripreso Saia – Significa che ogni giorno tre persone sono morte mentre lavoravano. Perciò è particolarmente significativo ritrovarci dinanzi al monumento ai caduti sul lavoro, una bellissima opera dello scultore abruzzese Nicola Farina. Questo monumento ci lancia un messaggio: migliorare le condizioni dei lavoratori, ampliare lo spettro dei diritti».
Poi l’attualizzazione all’Alto Molise: «Il lavoro, in aree come questa, assume ancora un altro valore. Perché solo con il lavoro, la creazione di nuovi posti di lavoro e la difesa di quelli esistenti, possiamo salvare il destino delle nostre aree. Difendiamo il lavoro se difendiamo i diritti essenziali, della salute e dell’istruzione, il diritto a essere connessi con le altre zone della Regione e del Paese, il diritto di esistere quando vengono prese le decisioni determinanti a livello centrale». Alza la voce, dunque, il sindaco di Agnone, e rivendica gli stessi diritti di chi vive in città: un ospedale che funzioni, assicurando almeno l’emergenza urgenza e il primo soccorso; le scuole che trasmettono sapere, a prescindere dai numeri degli alunni; connessioni veloci, sia materiali che telematiche. Che poi, in fondo, sono i pilastri della Snai, la famosa strategia nazionale per le zone interne di cui si parla da decenni senza che vedano dei risultati concreti e tangibili. «Solo così, – assicurando quei diritti essenziali, ha insistito Saia – difendiamo il diritto di restare delle popolazioni che abitano questi territori».
La ricetta semplice e logica: assicurare diritti e servizi per frenare e addirittura invertire lo spopolamento. Lo comprendono tutti, tranne che le istituzioni regionali e lo stesso Stato centrale. «Il monumento alle mie spalle – ha chiuso il primo cittadino di Agnone – rappresenta due ruote frantumate, perché ci ricorda che nessuno deve più morire di lavoro, ma anche un germoglio che nasce tra le difficoltà, perché siamo consapevoli che un futuro più solido ricco di diritti e garanzie, un futuro rigoglioso e libero, è possibile se impieghiamo i nostri sforzi e le nostre energie per realizzarlo. Non dimentichiamoci, nemmeno per un giorno, di quanto peso abbiano le nostre azioni e le nostre idee per il futuro del nostro territorio, per i nostri giovani che vorranno abitarlo».
Francesco Bottone