SCHIAVI DI ABRUZZO – Provinciale chiusa, traffico deviato su una strada in frana.
Non è una barzelletta. Succede a Schiavi di Abruzzo, dove un tratto di comunale tra Taverna e Cannavina, utilizzata come percorso alternativo alla provinciale chiusa, ha ceduto.
La provinciale Schiavi – Templi Italici – Fondovalle Trigno è chiusa per lavori di completamento ormai da quasi tre anni. Le piramidi probabilmente sono state costruite in minor tempo. Mentre si sta ultimando un tratto, quello completato più a valle è già da buttare, pieno di smottamenti, vere e proprie voragini e frane. Per non parlare dei pali dell’Enel prima e della Telecom poi che sono rimasti conficcati nel bel mezzo della carreggiata nonostante l’asfalto nuovo posato nei mesi scorsi.
Per via di questi interminabili lavori, quella provinciale è chiusa al traffico veicolare ormai da anni. La circolazione è deviata su strade comunali che scendono in frazione Cannavina, per poi raggiungere Taverna e infine ricollegarsi all’ultimo tratto di provinciale e guadagnare finalmente la Trignina. Proprio quella bretella di collegamento, il percorso alternativo per Cannavina e Taverna, è stato interessato, nei giorni scorsi, da un vasto movimento franoso. Profonde crepe nell’asfalto e un taglio di almeno cinquanta metri. La sede stradale si è abbassata di trenta centimetri, sistemata, si fa per dire, con un po’ di misto dal Comune.
Stando così le cose, con la provinciale che continua a rimanere chiusa per gli interminabili lavori, il traffico veicolare, anche quello pesante (si pensi ai camion o alle autocisterne che riforniscono di carburante il distributore di benzina di Schiavi, ndr) è deviato su quella strada in frana. E probabilmente proprio questo incremento di traffico, anche pesante, ha contribuito a far attivare quella frana che tra l’altro minaccia anche un’abitazione, come si vede nelle foto.
La domanda che rivolgiamo alla Provincia è: in queste condizioni è più sicuro transitare sul percorso alternativo in frana oppure sulla provinciale con i cantieri aperti?
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
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