Non solo la candidatura a capitale italiana della cultura 2026: la storia millenaria di Agnone potrebbe ambire anche a un altro riconoscimento.
“Cultura, arte, storia e artigianato insieme per la candidatura della Pontificia Fonderia Marinelli a Patrimonio dell’Unesco, ci auguriamo che, con questi tre elementi insieme, la Fonderia possa riuscire a ottenere il riconoscimento di Patrimonio dell’umanità”, la dichiarazione a margine del convegno ‘Guardare oltre’ organizzato a Termoli nell’ambito degli eventi curati dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo per il ‘World Tourism Day’, di Armando Marinelli, co-titolare insieme al fratello Pasquale, della fabbrica artigianale che realizza campane per tutto il mondo. Una storia lunga oltre un millennio quella della Fonderia, che ha visto alternarsi momenti di difficoltà a grandi soddisfazioni.
Su tutte, l’esperienza più significativa risale al 1924, anno in cui Papa Pio XI concesse alla famiglia Marinelli lo stemma Pontificio, seguita dalla storica visita del 19 marzo 1995 di Papa Giovanni Paolo II, proclamato in seguito santo. Ed ancora, l’attenzione rivolta con uno speciale dal quotidiano americano il New York Times, che fanno dell’opificio molisano uno dei posti più visitati in regione.
“Se andiamo alle origini, la famiglia Marinelli proviene dal Veneto – ha spiegato ancora l’imprenditore -. Ad Agnone all’epoca già c’era questa attività. Nel passato il lavoro delle campane veniva fatto sul posto, non nello stabilimento per cui per gli spostamenti venivano usati i tratturi insieme ai pastori. E ci si confondeva con loro e si riusciva a tornare a casa riuscendo a superare i briganti. Oggi siamo alla 26esima generazione. Dobbiamo mantenere la tradizione di una volta e trasmettere alla nuova generazione, i nostri figli, una visione futura sempre legata al lavoro della famiglia e degli antenati”. Due celebrazioni sono in arrivo: “Nel 2024 festeggeremo i 100 anni dello stemma pontificio che fu affidato al bisnonno Pasquale, nel 2025 ci sarà il Giubileo che festeggeremo con Papa Francesco” conclude Armando Marinelli.