“Il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis: istanza, istruttoria, valutazione, problematiche e soluzioni operative per l’ufficiale dello Stato civile”. Questi i temi sviscerati ieri mattina nella sala consiliare di Palazzo San Francesco dove erano presenti una sessantina di operatori demografici di molti comuni molisani. Il seminario, promosso dall’Anusca (Associazione nazionale di Stato civile e d’anagrafe), ha visto la presenza di uno dei maggiori esperti di Stato civile e cittadinanza quale il professor Renzo Calvigioni autore di numerose relazione ed articoli in materia, ad Agnone coadiuvato dalla dottoressa Caterina Zacchia. Molteplici gli aspetti trattati come ad esempio la “Residenza in Italia: presupposto fondamentale per la competenza dell’ufficiale dello stato civile”;, “I presupposti per l’iscrizione anagrafica: le circolari del Ministero dell’Interno”; “Differenza tra riconoscimento ed acquisto di cittadinanza”; “La discordanza delle generalità tra l’avo italiano e discendenti fino al richiedente” e altri ancora. In estrema sintesi si è trattato di una giornata di alta formazione per non incorrere in errori in processi lunghi e spesso complicati.
“La consapevolezza dell’importanza volto al riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis per coloro che sono discendenti di cittadini italiani, ci obbliga ad essere degli esperi in materia” ha detto il primo cittadino di Agnone, Daniele Saia a cui è stati affidati i saluti e l’intervento iniziale.
“E’ necessario che i Comuni – ha aggiunto Saia – in particolare il sindaco nella sua qualità di ufficiale di Stato Civile e gli uffici dei servizi demografici, siano pronti ed altamente specializzati a recepire le istanze di coloro che intendono essere riconosciuti cittadini italiani. Così la formazione diventa uno strumento indispensabile della conoscenza del contesto giuridico e legislativo di un procedimento alquanto complesso. Una procedura corretta preserva, da un lato, gli stessi operatori, dalle responsabilità che possono derivare da metodi errati e da eventuali ricorsi, dall’altro garantisce il riconoscimento della cittadinanza italiana dalla nascita per diritto di sangue che in alcuni casi risulta essere determinante per la stessa vita del richiedente. Al tempo stesso – ha concluso Saia – l’alta specializzazione e professionalità mette al sicuro il richiedente da eventuali azioni messe in campo oggi da organizzazioni che si propongono quali agenti-procuratori del riconoscimento della cittadinanza con finalità tutt’altro che legittime”.