Il Molise esiste e resiste. Scritte sui muri e sui social ricordano l’orgoglio di una piccola regione che, al pari delle altre e più altisonanti vicine, ha tanto da offrire e da mostrare. Una regione con un alto tasso di laureati (a cui fa da contraltare la quota più alta di occupati sovraistruiti d’Italia), con la fonderia più antica d’Italia, set di film memorabili, da La legge è legge a Continuavano a chiamarlo Trinità ai più recenti Non ti muovere o Sole a catinelle. Spiagge ancora incontaminate e montagne selvagge in cui è possibile imbattersi nella imponenza dei cervi o dell’orso marsicano.
Il Molise, sebbene sia la regione più giovane d’Italia, ha una lunga storia e molti sono i ritrovamenti e i siti archeologici che testimoniano il suo passato. Tra questi il Santuario italico di Pietrabbondante, il più importante luogo di culto dei Sanniti Pentri. Adagiata sul versante del Monte Saraceno, a oltre 900 metri di altitudine, un’imponente area sacra domina la valle del Trigno. I primi scavi, iniziati durante la dominazione borbonica, portarono alla luce il Teatro, il Tempio piccolo e poche altre strutture; ma da allora, gli scavi, sono proseguiti facendo emergere il prezioso patrimonio archeologico che comprende anche un Tempio grande e la Domus publica, su una superficie di circa 3 ettari, testimonianza delle abilità architettoniche dei Sanniti.
L’importanza storico culturale del sito è notevole: attraverso lo studio del sito è stato possibile comprendere e scoprire molto sulla vita del popolo Sannita: i Teatri, infatti, oltre ad essere il luogo dei ludi e delle rappresentazioni sacre, svolsero anche una funzione politica; furono il luogo in cui si decisero le questioni riguardanti lo stato sannita tra il II secolo a.C. e il 95 a.C., culmine tragico della storia di questo popolo. Mentre si passeggia nel sito, ci si imbatte nelle due statue di Telamoni, nella càvea addossata al pendio naturale della collina composta da sedili anatomici con elementi decorativi che evocano rapaci alati, nel colonnato del portico delle offerte, nelle tabernae, e, travolti dal vento che spira su queste montagne, ci si immerge nella storia fino a partecipare alla fierezza di un popolo che ha saputo opporsi alla grande e superba Roma.
Ancora oggi il Teatro Sannita è sede di ludi con la stagione teatrale classica, arrivata alla 47^ edizione, organizzata dalla Fondazione Molise Cultura e dalla Regione Molise, in collaborazione con il Ministero della Cultura e il Comune di Pietrabbondante. Questi spettacoli acquistano maggiore fascino grazie alla maestosità dello scenario in cui vengono rappresentati, lasciando negli spettatori la sensazione di essere catapultati nell’epoca classica. Eventi che valorizzano un luogo già di per sé affascinante e unico rendendolo ancor più attraente per un pubblico di visitatori appassionati di arte e archeologia classica.
Tuttavia nel 2023 il santuario ha registrato poco più di 14.700 ingressi, un numero ben più basso del vicino Museo Paleolitico di Isernia, che, in base ai dati diffusi da Musei Molise, ha registrato 17.000 visitatori. Per non parlare del Museo Storico delle Campane Giovanni Paolo II della Fonderia Marinelli, nella vicina Agnone, con presenze che oscillano tra le 28.000 e le 30.000 unità all’anno. La prossimità con questi musei pare non procurare benefici al parco archeologico sannita che resta relegato ai margini dei circuiti turistici molisani. Il Tempio santo cantato da Saffo dovrebbe essere il motivo per il quale si va in Alto Molise e non un luogo in cui si imbatte il turista che ha sbagliato strada e scorge tra l’erba alta i resti dell’antica struttura.
Se si cerca su Google “cose da vedere in Molise” bisogna scorrere un bel po’ e spulciare diversi siti di consigli turistici prima di imbattersi nel Santuario italico. Simile esperimento con gli hashtag #molise e #molisedascoprire su Instagram, prima di visualizzare una foto o un contenuto sul sito archeologico di Pietrabbondante bisogna scorrere e prestare molta attenzione. Non è una responsabilità dei creator digitali né di chi scrive blog turistici. Focalizzare l’attenzione su questi luoghi dovrebbe essere compito prioritario delle istituzioni e della politica. Sviluppare il territorio non deve essere solo uno slogan elettorale. La storia del territorio è il valore fondamentale dal quale partire per ridare dignità all’intera regione. L’ostinazione e l’orgoglio sannita, dunque, dovrebbero tornare a scorrere nelle vene di chi abita e amministra questi meravigliosi posti nonché indurre a dare il giusto valore ad una location invidiata da custodire e valorizzare al meglio per renderla il fulcro del turismo dell’Alto Molise.
Giovanna Paradiso