AGNONE – Hanno rinunciato agli introiti di una giornata lavorativa per manifestare a salvaguardia dell’ospedale Caracciolo di Agnone che garantisce il diritto alla salute nei territori a cavallo tra l’Alto Molise e i centri dell’altissimo Vastese.
In tutto oltre una cinquantina i tassisti di Roma, origini di Bagnoli del Trigno, Pietrabbondante, Salcito, Schiavi di Abruzzo, Poggio Sannita, Agnone, che questa mattina hanno deciso di sfilare silenziosamente dinanzi la struttura sanitaria intitolata al patrono dei cuochi. Partiti dalla frazione di Villacanale, il corteo scortato dagli uomini della Polstrada di Agnone, ha attraversato le principali arterie cittadine per poi ritrovarsi in piazza Unità d’Italia. Ad attenderli diversi sindaci della zona (Belmonte del Sannio, Pescopennataro, Poggio Sannita, Schiavi di Abruzzo, Castiglione Messer Marino, Agnone) e il vescovo della diocesi di Trivento, monsignor Domenico Angelo Scotti.
Carosella commosso – Il primo a prendere la parola è stato il sindaco di Agnone, Michele Carosella che nel ringraziare i promotori dell’iniziativa, non è riuscito a nascondere la propria emozione. “Nel vedere sfilare il corteo a stento sono riuscito a trattenere le lacrime – ha esordito il primo cittadino -. La vicinanza di queste persone e lavoratori, è la dimostrazione evidente di come occorre necessariamente continuare una battaglia unitaria, che ne sono sicuro, porterà i risultati sperati.
Pronti a bloccare Roma – La dichiarazione di “guerra” porta la firma di un tassista della capitale, originario di Schiavi di Abruzzo, Franco Amicone che si è fatto portavoce dei colleghi nella battaglia pro Caracciolo. “Oggi siamo una settantina – ha detto – ma se chi di dovere continuerà a calpestare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione, siamo pronti a bloccare la capitale. Un ospedale come quello di Agnone che opera in un territorio dell’entroterra, fortemente disagiato, non va chiuso bensì potenziato. A Roma siamo ottomila tassisti – ha proseguito nel suo intervento a braccio Amicone – di cui l’80% originari dei centri dell’Alto Molise e Vastese, se non ci staranno a sentire siamo pronti a scendere nuovamente in strada e mandare in tilt Roma. Scrivetelo pure”.
Testimonianza choc del sindaco Borrelli – La notte del 6 ottobre del 1996 fui colto da infarto mentre ero nella mia abitazione a Belmonte del Sannio. Fondamentali furono le prime cure che ricevetti all’ospedale di Agnone dove arrivai in dieci minuti. Se oggi sono qui a parlarvi, lo devo grazie a questa struttura e al lavoro dei suoi medici e infermieri che mi hanno salvato la vita. La testimonianza è di Errico Borrelli, primo cittadino di Belmonte del Sannio. Mai prima d’oggi, Borrelli aveva rivelato in pubblico la sua esperienza.
“Problema politico” – Il sindaco di Pescopennataro, Pompilio Sciulli in qualità di presidente dell’Anci Molise ha puntato il dito nei confronti della classe politica regionale. “Se l’ospedale di Agnone ancora non riceve il riconoscimento da parte della Regione di struttura sanitaria particolarmente disagiata, la colpa è esclusivamente della classe politica che ci governa. Sarà pure una verità scomoda, ma è così. Si tratta di un problema strettamente politico – ha rincarato la dose Sciulli – visto che in altri posti del Paese lo status, che salverebbe il Caracciolo, è stato concesso a strutture lontane anni luce da quelle che sono le reali problematiche di chi vive in montagna”.
Carosella si sfila la fascia e se ne va – Le parole di Sciulli non sono piaciute affatto al sindaco di Agnone, Michele Carosella che dopo aver inveito contro il collega di Pescopennataro, in uno scatto d’ira si è alzato, e dopo essersi sfilato la fascia tricolore, ha abbandonato l’incontro. Il sindaco di Agnone è dello stesso colore politico del governatore Paolo di Laura Frattura. Entrambi sono del Partito democratico. Contro Sciulli anche il vice sindaco di Agnone, Maurizio Cacciavillani che ha protestano platealmente nei suoi confronti. In seguito Cacciavillani ha rivendicato il totale impegno da parte dell’amministrazione comunale di centrosinistra nei confronti del Caracciolo. “Noi – ha detto – abbiamo firmato un ricorso al Tar contro Frattura e la Regione Molise, voi – riferendosi a Sciulli – siete stati complici di Michele Iorio (Pdl) e non avete mosso un dito nel momento in cui hanno portato via le culle dal punto nascita”.
Destra e sinistra andassero a farsi fottere – Di fronte ad un tema delicato come la salvaguardia dell’ospedale di Agnone non devono esistere beghe politiche. A noi cittadini, ai nostri anziani genitori, di destra o sinistra non frega assolutamente niente. Siamo qui per rinnovare l’impegno ad una battaglia che va combattuta in ogni ambito. Lo ha detto Nicola Cimaglia, tassista a Roma dal 1978, originario di Bagnoli del Trigno.
Abbattere stupidi confini geografici – Il sindaco di Schiavi di Abruzzo, Luciano Piluso ha ribadito il concetto che l’ospedale di Agnone serve una vasta area dei paesi abruzzesi dell’Alto Vastese. “Per i residenti dell’Alto Vastese recarsi negli ospedali di Vasto o Lanciano potrebbe comportare una perdita di tempo notevole, che in molti casi, coinciderebbe con la morte. L’ospedale di Agnone resta il nostro nosocomio di riferimento – ha detto ancora Piluso – e davanti a ciò non possono e non debbono esistere confini regionali. E’ una lotta che ci accomuna soprattutto in un’ottica futura che vedrà l’accorpamento di più regioni”.
La Chiesa non abbandona le aree periferiche – L’Alto Molise e Vastese sono due aree di periferia che hanno bisogno di maggiore attenzione rispetto a territori più sviluppati. Come Chiesa è da tempo che denunciamo e richiamiamo al dovere la classe politica. L’ultima azione in ordine di tempo è un articolato documento inviato a chi ci governa su più livelli, affinché intervenga tempestivamente e concretamente in merito alla salvaguardia di servizi vitali come la sanità, la scuola i trasporti. Lo ha dichiarato il vescovo di Trivento, Domenico Scotti che ha invitato tutti i partecipanti a non mollare e a far valere i propri e sacrosanti diritti.
Ne vale il futuro di un territorio che vuole continuare a vivere dignitosamente.