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  • Agnone dedica un largo a don Raimondo Viale: il prete ‘Giusto tra le Nazioni’

    Un nome che profuma di coraggio e coscienza civile entra oggi nella toponomastica agnonese. L’amministrazione comunale, nel corso del consiglio previsto alle ore 17 nella sala di Palazzo San Francesco, approverà l’intitolazione di un largo a don Raimondo Viale, parroco piemontese di Borgo San Dalmazzo (Cuneo), riconosciuto nel 2000 come ‘Giusto tra le Nazioni’ per aver salvato centinaia di ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Il nuovo largo sorgerà nei pressi di San Bernardino, all’imbocco della strada Panoramica. Una scelta tutt’altro che casuale.

    Don Viale conobbe Agnone non per vocazione pastorale ma per punizione politica: nel giugno del 1940, all’indomani dell’ingresso dell’Italia nel conflitto mondiale, si schierò apertamente contro la guerra e contro il regime fascista. Dal pulpito della sua chiesa pronunciò parole limpide e coraggiose, denunciando la follia del conflitto e la responsabilità di Mussolini. L’omelia fece scalpore: venne arrestato e condannato a quattro anni di confino, da scontare proprio ad Agnone, all’epoca sotto la giurisdizione della Provincia di Campobasso.

    Durante il periodo agnonese, don Viale non fu solo un confinato, ma un seminatore silenzioso di umanità e pensiero critico. Nella cittadina altomolisana, tra gli altri, entrò in contatto con il dottor Federico Labanca e don Armando Marinelli, titolare della storica fonderia di campane. Dopo quindici mesi, la condanna gli fu condonata. Rientrato in Piemonte, non smise mai di opporsi alla violenza e all’odio. Anzi, con l’armistizio dell’8 settembre 1943, la sua azione si fece ancora più rischiosa e concreta. Salvò centinaia di ebrei in fuga dalla Francia e dalle Alpi, fornendo loro documenti falsi, soldi, e una rete di solidarietà. Aiutò partigiani e militari sbandati, finché nel 1944 fu costretto alla clandestinità.

    La sua attività antifascista non fu mai ideologica, ma sempre ispirata da un’etica cristiana radicata nell’amore per la giustizia. Don Raimondo Viale morì il 25 settembre 1984. Solo nel 2000, lo Yad Vashem di Gerusalemme lo riconobbe ufficialmente come ‘Giusto tra le Nazioni’. Oggi, a ottant’anni esatti dai fatti che lo condussero ad Agnone, la città lo onora con un gesto concreto: un nome in una strada, che parla al futuro. Un risultato reso possibile grazie al lavoro dell’ANPI, in particolare di Michele Petraroia, con la consigliera Michela Gerbasi, il professor Francesco Paolo Tanzi e il Comune altomolisano. E non è tutto: l’atto sarà accompagnato dalla formalizzazione di un gemellaggio tra Agnone e Borgo San Dalmazzo, unite dalla memoria viva di un uomo che scelse la coscienza, anche quando costava caro.

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