• Editoriale
  • La lenta agonia della sanità molisana

    In Molise siamo tutti stanchi delle continue passerelle massmediatiche a cui ci hanno abituati i politici sul tema della sanità. Siamo fermamente schierati in difesa del diritto alla salute dei cittadini e della salvaguardia di tutti gli operatori sanitari. La nostra unica ricetta parte da un punto fermo: togliere la sanità dalla morsa letale della politica regionale clientelare con i suoi vassalli, valvassori e valvassini e riportarla nell’ambito esclusivo dello Stato con manager nominati da elenchi nazionali, primari i cui concorsi devono tornare nazionali con apposita idoneità e appalti gestiti direttamente dall’Autorità Anticorruzione Nazionale. Si eliminerebbero in un colpo solo clientele, malaffare, corruzione politica e amministrativa. Avremmo i migliori per competenza e non per appartenenza politica. In tanti propongono una ricetta per sconfiggere la distruzione della sanità pubblica che, come un cancro in metastasi sta distruggendo il diritto alla salute suffragato dall’articolo 32 della Costituzione. Ciò che non riesco proprio a sopportare sono quei politici che si addossano il merito di aver risanato in parte il deficit corrente. La sanità non è economia. La verità, inoltre, è che il deficit c’è ed è rimasto invariato se non, in alcuni casi, addirittura aumentato con la conseguenza che questo sfacelo lo stanno pagando ancora una volta i cittadini. Come se non bastasse la legge Balduzzi oggi ci da il colpo di grazia finale con le assurde politiche di riorganizzazione e i tagli che oltre a non portare nessun beneficio economico, hanno già prodotto gravissimi danni, alcuni irreversibili, al sistema sanitario regionale. Io non ho affatto una ricetta completa per risolvere il problema, trovarla sarebbe compito dei politici regionali e dei burocrati pagati da tutti noi oltre dodicimila euro al mese. Mentre aspettiamo che la politica decida, la gente muore, le barelle invadono i reparti, le Tac non funzionano per mancanza di personale, molti settori restano monumenti allo spreco, gli operatori negli ospedali e sul territorio sono demotivati e sottoposti a turni di lavoro a dir poco massacranti. La situazione generale è tragica ed occorre trovare al più presto una soluzione almeno per gli standard minimi di sopravvivenza. Il resto è solo noia e chiacchiere che ormai non interessano più a nessuno.

    Vincenzo Musacchio – Presidente Co.Re.A Molise 

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