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  • Dimensionamento scolastico: il Consiglio di Stato riapre la partita su Carovilli. Nuosci: «La guerra non è vinta, ma siamo fiduciosi»

    Quando Davide sfida Golia, a volte vince davvero. È quello che è successo a Palazzo Spada, dove il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune di Carovilli nella battaglia contro il Ministero dell’Istruzione e del Merito per salvare la propria presidenza scolastica. Il piccolo centro dell’Alto Molise, ha ottenuto un risultato storico: la Settima Sezione del supremo organo della giustizia amministrativa ha accolto l’appello cautelare presentato dall’amministrazione comunale, ordinando al Tribunale regionale del Molise di fissare con urgenza l’udienza per esaminare il merito della controversia. La vicenda nasce dal piano regionale di dimensionamento scolastico che prevedeva la soppressione dell’autonomia dell’Istituto Comprensivo “Molise Altissimo” di Carovilli.

    Un provvedimento contenuto nella delibera del Consiglio Regionale del Molise del gennaio 2025 che per il sindaco, Simone Nuosci e la comunità locale equivaleva a una condanna a morte per il territorio. Il Comune aveva puntato tutto sulla carta della “montanità”: Carovilli è un comune montano e, secondo la difesa, questo dovrebbe garantire una tutela particolare per l’autonomia scolastica.

    Ma lo scorso aprile il Tar Molise aveva respinto questa tesi con una motivazione che sembrava chiudere ogni spiraglio: “Tutti gli istituti scolastici della provincia di Isernia sono classificati come scuola di montagna”, avevano osservato i giudici amministrativi, aggiungendo che “la montanità non vale di per sé a sottrarre gli istituti dalle regole del dimensionamento scolastico”. Una doccia fredda per l’amministrazione comunale, che si era vista respingere anche l’argomento secondo cui la Provincia di Isernia aveva espresso parere contrario al dimensionamento. Il Tar aveva liquidato la questione sostenendo che la Provincia aveva opposto “un rifiuto a priori” piuttosto che un “parere tecnico”.

    Ma il Comune, assistito dagli avvocati Salvatore Di Pardo e Fabio Milano, non si è arreso e ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, ottenendo ora una decisione che riapre completamente i giochi. Quello che rende ancora più significativa l’ordinanza del Consiglio di Stato è il ribaltamento di prospettiva rispetto alla decisione del Tar Molise. Mentre i giudici di primo grado avevano escluso che ci fossero “adeguati elementi di fumus boni iuris” (fondatezza apparente del ricorso), Palazzo Spada ha invece riconosciuto che le “esigenze cautelari” del Comune meritano tutela immediata. Il Tar aveva anche chiarito che la scelta di sopprimere un’autonomia scolastica “è caratterizzata da un ampio margine di apprezzamento espressione di discrezionalità” dell’amministrazione. Una posizione che ora il Consiglio di Stato sembra mettere in discussione, ordinando un riesame urgente del caso.

    «Siamo moderatamente soddisfatti perché la guerra non è vinta e la strada da percorrere è ancora lunga. – ha detto a l’Eco online il sindaco Nuosci – Infatti adesso la palla torna al Tar Molise che dovrà entrare nel merito della vicenda, fino ad allora bisogna mantenere un profilo basso. Resta il fatto che per la stagione scolastica 2025-2026 la nostra scuola non potrà contare su una presidenza. Speriamo che tutto possa essere ripristinato a partire dalla prossima (2026-2027, ndr): un augurio che faccio non solo alla mia comunità ma a tutte quelle, che nell’Italia delle aree interne, vivono l’identica situazione. Continueremo a lavorare con gli altri sindaci del territorio affinché le nostre ragioni e soprattutto quelle dei nostri studenti possano prevalere».

    Intanto la decisione di Palazzo Spada potrebbe fare da apripista per decine di situazioni analoghe sparse lungo la dorsale appenninica, dove la razionalizzazione scolastica spesso si traduce in un lento spopolamento. Dal Piemonte alla Calabria, sono centinaia i comuni che negli ultimi anni hanno visto chiudere presidi, accorpare istituti, ridimensionare l’offerta formativa. La strategia vincente di Carovilli – puntare non solo sui numeri ma sul valore sociale e territoriale della scuola – potrebbe diventare un modello da replicare. Il messaggio è chiaro: la scuola non è solo una questione di bilanci e organici, ma un presidio democratico insostituibile per la tenuta dei territori.

    Ora la palla passa al Tar Molise, che dovrà fissare l’udienza di merito per decidere definitivamente sulla sorte della presidenza scolastica. Il Consiglio di Stato ha anche stabilito che le spese legali di questa fase procedurale saranno a carico di entrambe le parti, un altro segnale della fondatezza delle ragioni del Comune. Per Carovilli si tratta di un risultato che va oltre ogni aspettativa. Un piccolo borgo di montagna è riuscito a tenere testa al Ministero e a ottenere ascolto dal più alto grado della giustizia amministrativa.

    Una lezione di democrazia e di attaccamento al territorio che potrebbe scrivere una pagina importante nella storia della scuola italiana. Il paese dei tratturi e delle tradizioni pastorali attende ora il verdetto definitivo. E se non può festeggiare ha dimostrato che le battaglie giuste si possono portare avanti con determinazione, anche quando sembrano impossibili.

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