«E’ stato bello ed emozionante a distanza di quarant’anni dalla prima Festa de l’Unità, incontrare tanta gente per parlare dello spopolamento e di cosa fare per contrastarlo. In una piazza piena di gente ci siamo confrontati per provare a indicare una strada che ci faccia guardare al futuro con più ottimismo».

Candido Paglione, sindaco di Capracotta, commenta così la festa dell’unità che si è tenuta sul “tetto” dell’Alto Molise nei giorni, alla presenza di tutto lo stato maggiore del partito molisano. Una scelta, quella di svolgere l’evento politico a Capracotta, che è indicativo dell’attenzione che la politica deve avere nei confronti delle aree interne e dei temi come lo spopolamento e la desertificazione commerciale ed economica dell’entroterra montano.

«Abbiamo parlato delle risorse della montagna, dei servizi ecosistemici e della necessità di creare un meccanismo giusto di compensazione a vantaggio di coloro che vivono stabilmente nei territori montani. – spiega infatti Candido Paglione – Abbiamo parlato della montagna che è la vera fabbrica dell’acqua, delle foreste e della funzione fondamentale che svolgono per l’abbattimento della CO2. Abbiamo convenuto sulla necessità di lavorare insieme tra territori e Comuni per condividere percorsi e piani strategici di lungo periodo, anche con meccanismi di convenienza per favorire chi resta e chi potrebbe tornare». Concetti, proposte, idee che Paglione, insieme all’Uncem, va suggerendo da tempo, inascoltato dalla classe politica che governa la Regione, ma anche dal Governo centrale.

«Serve visione e passione e serve fare subito, perché senza giovani e senza capitale umano, la nostra terra, l’Alto Molise, diventa una terra vecchia che rischia di vivere soltanto di nostalgia cronica» continua Paglione. «E, soprattutto, abbiamo detto chiaramente che non esistono aree marginali, ma aree e comunità marginalizzate da politiche sbagliate. – precisa poi il sindaco di montagna – La lotta allo spopolamento deve diventare un’idea comune, una sfida collettiva e una speranza concreta, perché nessun Comune che si spopola ha di fronte un destino ineluttabile. Infatti, importanti pezzi della montagna italiana e delle aree interne, soprattutto sulle Alpi, cominciano a vedere segnali incoraggianti di ripresa e di nuova demografia. Anche qui, nelle aree interne dell’Appennino dobbiamo crederci, perché la partita si può riaprire, con la consapevolezza e l’impegno di tutti».
Il riferimento di Paglione è ai dati recentemente presentati dall’Uncem che indicano come, in realtà, già sia in atto un processo che va in direzione contraria allo spopolamento che ha caratterizzato gli ultimi decenni. Come anche è in crescita esponenziale il dato delle presenze turistiche in montagna, complice anche il caro prezzo presso i lidi balneari.
«Ai cittadini che vengono da noi per rinvigorire lo spirito e il corpo diciamo di non guardare alle cose che mancano, ma di dire grazie per tutto quello che ancora trovano. – aggiunge in chiusura Candido Paglione – E, infine, l’invito a voler bene ai luoghi che ci appartengono e ad essere grati a coloro che ancora se ne prendono cura e li fanno trovare belli e accoglienti, nonostante le innumerevoli difficoltà che devono affrontare, tutti i giorni. Grazie a quanti hanno dato il loro contributo per la riuscita della nostra Festa de L’Unità».