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  • Ospedale, l’ex primario facente funzioni Paoletti boccia senza appello il “piano Paglione”

    «Gli specializzandi non possono lavorare in assenza del tutor o di un responsabile fino all’acquisizione del titolo di specialisti nella disciplina affine alla branca nella quale andrebbero ad esercitare». Il dottore Franco Paoletti, già facente funzioni di primario del reparto di Medicina del “Caracciolo” di Agnone, stronca così, con questo commento tranciante, la proposta di rilancio del nosocomio cittadino arrivata dal collega medico Gianluca Paglione.

    Il dottore Franco Paoletti in una foto di archivio

    Quest’ultimo, nel corso del convegno sulla sanità dell’Alto Molise organizzato dall’amministrazione comunale di Pescopennataro, che ha avuto luogo nel pomeriggio di giovedì, ha rilanciato la sua proposta, ponendola direttamente all’attenzione del presidente della Regione Molise, del direttore generale dell’Asrem, Di Santo, e dell’europarlamentare Aldo Patriciello. Il “piano Paglione” prevede, in estrema sintesi, l’inserimento dell’ospedale di Agnone nella rete di formazione universitaria, il modo da impiegare direttamente e rapidamente nei reparti giovani medici specializzandi. Proposta che tuttavia sta incontrando poco successo tra i politici regionali e addirittura tra i medici della struttura ospedaliera di Agnone.

    «Nessun primario si assume la responsabilità dell’operato di un medico in formazione. – insiste il facente funzioni primario, ormai dimessosi, Franco Paoletti – Invece è essenziale programmare un POS che sia adeguato alle esigenze del territorio in particolare dell’Alto Molise». «Mettere in campo politiche sanitarie che siano attrattive per i giovani medici già specialisti. – insiste Paoletti – Questo concetto è stato fortunatamente ribadito dal parlamentare europeo Aldo Patriciello, dal Direttore generale Asrem e dal Direttore amministrativo Asrem nel summit sulla sanità svoltosi a Pescopennataro. Ricordo che sotto il tutoraggio degli strutturati l’ospedale di Agnone ha già avuto due specializzandi, che successivamente hanno scelto altre strade professionali».

    Il dottore Paglione

    Come a dire, se manca la volontà di rimanere a lavorare in quell’ospedale di frontiera, non ci sono piani operativi che tengano. Questa, in ultima analisi, la tesi dell’ex primario facente funzione Paoletti, il quale poi non manca di dare una stoccata al giovane collega Paglione: «Ora dico, se non si conosce la differenza tra medico specialista esperto e medico in formazione specialistica, mi dite di cosa si parla? Sarebbe meglio mostrare il proprio valore professionale con un trentennio di attività e dopo magari proferire verbo».

    Chiaro il riferimento al giovane collega Paglione che sta ancora completando la sua formazione specialistica appunto. «Esprimere un’opinione non significa fare programmazione sanitaria, – insiste Paoletti – senza averne le competenze». Insomma, una bocciatura senza appello, quella di Paoletti, nei confronti della proposta di rilancio stilata dal dottore Gianluca Paglione. E sulla stessa lunghezza d’onda si sono collocati anche il presidente Roberti e il direttore generale Di Santo.

    Al netto delle opinioni personali, tuttavia, è appena il caso di sottolineare che la proposta di Paglione non è inventata dal nulla, tirata fuori da un cilindro da uno sprovveduto, bensì “importata” dalla realtà che si registra in Abruzzo. In alcuni piccoli ospedali del Chietino si stanno impiegando specializzandi per far fronte alla carenza di personale medico, a beneficio dell’utenza. Il prerequisito, tuttavia, come ha spiegato chiaramente e fino allo sfinimento lo stesso Paglione, è di inserire il “Caracciolo” di Agnone nella rete formativa universitaria. Un passaggio che la politica regionale sembra non voler fare.

    Francesco Bottone

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