Silvia Teresa, originaria di Pescolanciano, è una bambina speciale e ha imparato a camminare a undici anni, quando si è trasferita a Osimo per frequentare un centro specialistico. «È un sacrificio stare lontani dal papà e da casa, ma ne vale la pena», dice la mamma. La storia che commuove arriva, anzi parte da Pescolanciano, la “porta” dell’Alto Molise, passando per Osimo, dove la piccola Silvia Teresa è ospite di una struttura specialistica gestita dalla Lega del Filo d’Oro.

La fondazione edita un notiziario bimestrale che, nel numero disponibile in questi giorni, apre con la storia della piccola Silvia Teresa. «Se vedi che i figli stanno bene, stai bene anche tu: alla Lega del Filo d’Oro la mia bimba è felice, ha fatto tantissimi progressi. E in un certo senso, incontrando loro, sono rinata anche io». A parlare è Miria Prioletti, mamma di Silvia Teresa. Silvia ha appena compiuto 11 anni e da quando ne aveva tre è seguita dalla Lega del Filo d’Oro a Osimo. È originaria di Pescolanciano, in provincia di Isernia e nel suo primo anno di vita ha fatto la spola tra casa e l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, dove è stata sottoposta a diversi interventi.
«Ogni giorno i dottori trovavano un problema nuovo», ricorda la mamma. La diagnosi è arrivata solo nel 2018: asfissia perinatale. In sostanza c’è stata una mancanza di ossigeno – in gravidanza o durante il parto – che ha causato dei danni alla bimba, che oggi è ipovedente, non parla, ha difficoltà nella deambulazione e si nutre con la PEG.
«Nei primi anni siamo stati molto concentrati sulla salute di Silvia», ricorda Miria: «Abbiamo dovuto prima di tutto capire come muoverci. Poi, pian piano, abbiamo superato il trauma e ci siamo rimboccati le maniche. Quando mia figlia aveva tre anni ho visto in tv una pubblicità della Lega del Filo d’Oro e ho deciso di chiamare». È così che la bimba ha fatto il suo primo intervento precoce: «Già durante le prime tre settimane al Centro Nazionale si è capito che lì stava bene, era felice e faceva progressi». I trattamenti si sono ripetuti ogni anno, portando sempre con sé delle piccole grandi conquiste. «In quei soggiorni, Silvia ed io restavamo a Osimo tre settimane», ricorda la mamma. «Lei imparava tantissimo, faceva molti miglioramenti. Anche per me la Fondazione è stata importante: un figlio si accetta sempre e lo si ama comunque, ma finalmente qui ho iniziato a interagire meglio con Silvia e ho capito che possiamo fare tante cose insieme».
Poi, nel 2024, arriva la svolta: la Lega del Filo d’Oro comunica che c’è la possibilità per Silvia di frequentare il Centro per un intero anno scolastico. Per lei è un’opportunità grande, ma fra Osimo e Pescolanciano ci sono quattro ore e mezza d’auto. Mamma e papà ci pensano un po’ e poi Miria decide di trasferirsi nelle Marche per stare vicina a Silvia. Il papà, non potendo allontanarsi dal lavoro, va a trovare i suoi cari ogni weekend.
La famiglia poi torna a riunirsi a casa, in Molise, per le feste e durante l’estate. Una storia di emigrazione anche questa, dal Molise che probabilmente non offre strutture e cure adeguate, non per cercare lavoro o fortuna, ma per ridare speranza e qualità della vita ad una bambina speciale.