La Delegazione dell’Accademia Italiana della Cucina di Isernia ha firmato una delle pagine più significative del suo percorso culturale e istituzionale con la conviviale degli auguri, svoltasi ieri dinanzi a una platea qualificata di autorità, studiosi, rappresentanti delle professioni e del mondo gastronomico. Al centro della serata, l’assegnazione del prestigioso Diploma di Buona Cucina al Ristorante “Hotel Dora” della famiglia Natale, riconoscimento ufficiale dell’A.I.C. che, nel panorama nazionale, certifica qualità gastronomica, continuità di standard, radicamento identitario e impegno nella valorizzazione della cucina del territorio.
Alla cerimonia erano presenti i Sindaci di Pozzilli, Venafro, Isernia, Cerro al Volturno e il Vice Sindaco di Agnone, testimonianza che la ristorazione d’eccellenza non è più solo fatto gastronomico, ma fattore di politica territoriale, attrattività economica e presidio culturale.
L’architetto Franco Valente, studioso e conoscitore della storia regionale, ha ricostruito l’evoluzione del locale premiato, soffermandosi sulla sua funzione di punto di riferimento pubblico, sociale e gastronomico. L’accademico Dario Ottaviano ha invece illustrato la tradizione venafrana del Natale, con un intervento che ha restituito dignità storica e antropologica a sapori, ritualità e memoria culinaria.
La celebrazione ha assunto un valore ancor più simbolico nel momento dedicato al recente riconoscimento UNESCO della Cucina Italiana come patrimonio immateriale dell’umanità, salutato da un brindisi corale. A illustrare rilievo e prospettiva dell’accreditamento è stato il Prof. Sebastiano Delfine, che ne ha inserito i contenuti nel quadro molisano, richiamando la centralità regionale nel racconto agroalimentare d’Italia.
Un quadro che non è affermazione di orgoglio astratto, ma dati culturali e riconoscimenti internazionali: il Molise è già coinvolto nei riconoscimenti UNESCO per la Transumanza e la Cerca e Cava del Tartufo.
Il riconoscimento della Cucina Italiana e quello della Dieta Mediterranea, già patrimonio UNESCO dal 2010, trovano nel territorio provinciale concrete declinazioni nella biodiversità cerealicola, orticola e lattiero–casearia, nella ruralità ancora attiva e nel legame non interrotto tra produzione e trasformazione.
Una cornice che rende la provincia di Isernia un laboratorio avanzato di sostenibilità, identità gastronomica e tutela delle risorse.
La serata ha avuto anche una dimensione emotiva: gli chef della Federazione Cuochi della Provincia di Isernia, guidati dal Presidente Giovanni Colarusso, hanno reso omaggio al collega e maestro Adriano Cozzolino, presenza storica della ristorazione molisana. Il pianoforte del maestro Paolo Migliarino ha accompagnato saluti, abbracci e la naturale convivialità dell’evento.
A suggello, il panettone Di Mambro, raccontato dal Premio Villani 2025, Edmondo Di Mambro, a confermare che la pasticceria territoriale può ambire alle categorie dell’eccellenza.
Se la Cucina Italiana è oggi patrimonio UNESCO, il Molise si presenta – dati alla mano – non come periferia, ma come matrice viva, laboratorio sperimentale, modello di biodiversità e custode di pratiche agro–pastorali antiche.