Pessolano: «Troppa burocrazia. Bisogna lasciare liberi i cacciatori di andare a caccia, senza troppi vincoli».
Così Angelo Pessolano, presidente provinciale dell’ArciCaccia (a sinistra nella foto, ndr), commenta l’ultima riunione tra cacciatori e il consigliere provinciale delegato alla Caccia, Antinoro Piscicelli, che si è tenuta nei giorni scorsi presso la sede dell’Atc Vastese.
Il consigliere ha portato in visione il piano di contenimento del cinghiale che prevede, tra le altre cose, la zonizzazione: in sostanza il territorio viene diviso in tante porzioni e in ciascuna di esse potrà operare una singola squadra di cinghialai.
Una soluzione vista come il fumo negli occhi dalla quasi totalità dei cacciatori di zona. E infatti quella proposta della Provincia non è stata nemmeno presa in considerazione dai cacciatori e Piscicelli non ha potuto fare altro che prenderne atto.
Di conseguenza l’Atc Vastese non ha provveduto alla suddivisione del suo territorio di competenza in aree, così come richiesto. Un’inadempienza, secondo la Copagri, che potrebbe portare al commissariamento dell’ente, ma una oggettiva impossibilità secondo lo stesso Pessolano, che infatti spiega: «Ad oggi non abbiamo nessuna squadra di cinghialai iscritta, quindi non possiamo procedere all’assegnazione delle zone».
Tra l’altro l’Atc Vastese ha proposto una sua suddivisione in zone del territorio, ma la proposta non è stata recepita dalla Provincia.
L’apertura della stagione venatoria è ormai prossima, ma i cacciatori del Vastese non hanno ancora formato né iscritto le squadre, proprio in polemica contro la volontà di procedere alla zonizzazione. E restando così le cose, in piena emergenza ungulati, si avrà il paradosso che i cacciatori non potranno andare a sparare ai cinghiali.
«Stando così le cose, cioè senza squadre iscritte e senza macroaree, non si potrà andare a caccia al cinghiale con il metodo della braccata, che è quello più diffuso. – spiega Pessolano – Né è pensabile che si vada a caccia con l’altro metodo previsto, quello della girata, perché prevede l’impiego del cane limiere e ad oggi non ci sono cani limieri regolarmente iscritti e per formarne uno ci vogliono almeno due anni. Di fatto quindi, all’apertura della stagione venatoria, si potrà cacciare il cinghiale solo secondo quanto previsto dall’art. 4 del calendario venatorio “Caccia di selezione sperimentale al cinghiale”. Quindi potranno prelevare i cinghiali solo i selecontrollori e nei periodi dal 2 al 30 settembre 2015 fatta esclusione per le femmine adulte e poi dal primo ottobre al 31 gennaio tutte le classi senza di distinzione di sesso. E gli altri cacciatori? Chi non è selecontrollore non potrà andare a caccia al cinghiale? Sembra essere proprio così, ma è una follia, una palese discriminazione, e tra l’altro si vìola la legge 157. Per questo alcune associazioni venatorie stanno valutando di avanzare ricorso contro il calendario venatorio e il regolamento per la gestione ungulati perché incostituzionali».
Riassumendo: niente zone e niente squadre di cinghialai iscritti significa che non si potranno effettuare braccate al cinghiale su tutto il territorio dell’Atc Vastese, quando invece si è in piena emergenza cinghiali. La girata non esiste, restano solo i selecontrollori, che fanno pochi abbattimenti.
«Sembra paradossale, ma è proprio così. – aggiunge in chiusura Pessolano – Chi scrive questi regolamenti e il calendario venatorio deve capire una cosa semplicissima: per risolvere il problema cinghiali bisogna abbatterne il più possibile. E maggiori abbattimenti si hanno solo se si lascia andare a caccia tutti i cacciatori con meno vincoli possibile. L’esatto contrario di quello che stanno facendo».
Semplice e chiaro. Lo capiscono tutti, tranne i tecnici e i politici in Regione.
Francesco Bottone
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