L’elisoccorso del 118 con a bordo il tecnico del Cnsas, un’unità cinofila e una medica del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e le squadre da terra che operano nella notte. Sono questi tutti i mezzi impiegati per scongiurare il rischio di ipotermia nella ricerca del fondista sessantaseienne di Latina, disperso dal tardo pomeriggio di ieri a Prato Capito, in località Campo Felice.
È stata, la sua, una disavventura d’alta quota a lieto fine. Ha infatti trascorso la notte all’addiaccio in un rudere di fortuna. Per sventare l’ipotermia, coperto solo da un telo che portava con sé, ha preferito non dormire, mantenendo gambe e braccia in movimento. “Avevo semplicemente perso la via del ritorno” – ha detto – quando, per nulla spaventato, è stato ritrovato da un pastore.
L’escursione con gli sci da fondo, iniziata il giorno prima in compagnia di alcuni amici, non si era conclusa al rientro del gruppo. L’uomo aveva infatti proseguito da solo, convinto di poter rientrare qualche ora dopo. Ma la moglie, non vedendolo tornare, in tarda serata ha lanciato l’allarme.
“È questo il criterio che ci guida, mantenere costante la sinergia con il 118” – ha dichiarato il delegato alpino del Cnsas. “Avere sempre con noi un medico rianimatore anestesista è quel valore aggiunto che si colloca a completamento delle squadre alpine. È quindi opportuno, nei casi in cui non si conoscono le condizioni di salute della persona da soccorrere, richiedere l’intervento di aeromobili che a bordo possano garantire un servizio sanitario ottimale”.
Sciatore disperso in montagna, salvato dal Soccorso alpino
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