Stava seguendo la lezione di alimentazione quando, dalle prime testimonianze, è scivolato dalla sedia sbattendo la nuca sul muro. È morto così Christian Lombardozzi, sedicenne di Castel di Sangro (L’Aquila).
L’incidente è avvenuto all’interno di un’aula dell’Istituto Alberghiero di Roccaraso. A soccorrerlo il medico della scuola che ha potuto fare ben poco, come ha dovuto alzare le mani il rianimatore giunto dal L’Aquila con l’elicottero del 118. Dalle prime informazioni sembrerebbe che il 16enne sia caduto dopo lo lo scivolamento della sedia per dondolio sbattendo poi la nuca sul muro.
Secondo quanto si è appreso, ci sarebbero state due sedie fuori norma, in plastica, nella classe dell’istituto alberghiero Marchitelli dove è morto Lombardozzi e, su una di queste era seduto proprio il ragazzo. Christian avrebbe provocato la deformazione della sedia con il dondolio della stessa e sarebbe così caduto. Tra l’altro, dalle testimonianze rese dai compagni di classe, si è appurato che pochi giorni fa Lombardozzi era stato protagonista di una caduta analoga.
“Stavo alla lavagna con una ragazza quando ho sentito un tonfo e i ragazzi che ridevano. Mi sono girato e ho visto Christian per terra con la testa tra la sedia, il banco e il muro. Mi sono precipitato per vedere cosa fosse successo e ho visto che respirava a fatica, aveva il viso bianco e a volte non respirava più o in maniera affannosa. Ho cercato di rianimarlo col massaggio cardiaco fino a quando sono arrivati i soccorsi ma ho capito subito che la situazione era molto grave. Il ragazzo è andato in arresto cardiaco 2-3 volte”. E’ il professore Lino Di Meo, originario di Pratola Peligna (L’Aquila), insegnante di biologia, che racconta i momenti drammatici della tragedia.(ANSA).
E’ una tragedia che ha colpito l’intera comunità”, è il parroco Don Renato che parla, uno dei primi ad arrivare nell’Istituto Alberghiero Marchitelli di Roccaraso per porgere il cordoglio ai genitori che dal momento in cui sono arrivati subito dopo l’incidente non hanno lasciato un secondo il loro figliolo.
“Christian è un ragazzo della mia parrocchia, un ragazzo vivace come tutti quelli della sua età, un giovane pieno di vita, pieno di interessi. Ultimamente aveva preso il patentino per la ricerca dei tartufi e lo vedevi sempre in giro per le campagne e per i boschi con i suoi due cani arra ricerca di questo prezioso tubero. Di una bontà unica, di una semplicità naturale per quell’età e anche con una costanza nel fare le cose che gli piacevano. Quando credeva in qualcosa si impegnava e la portava a termine. La disgrazia è una sciagura incredibile per tutta questa piccola comunità di Roccacinquemiglia che conta solo 180 anime. Una comunità già provata da tante altre disgrazie: un giovane di 30 anni finito sotto un muletto, un giovane studente investito a Vasto e ora Christian. Una serie di disgrazie che hanno portato lutti prematuri“. (ANSA).
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