CAROVILLI – Riceviamo da Crovilli e pubblichiamo:
Gentilissima redazione,
abbiamo deciso di scrivervi in seguito al clamore mediatico che ha suscitato la questione delle
campane a lutto che il parroco di Carovilli (il nostro paese) ha fatto suonare per un’intera giornata in segno di protesta contro l’approvazione della legge sui diritti civili.
Per un paesino molisano così piccolo dovrebbe essere un traguardo arrivare sui mezzi di
comunicazione nazionali. Noi, invece, oggi siamo mortificati. Mortificati e allo stesso arrabbiati, perché nonostante tutto l’impegno dei cittadini per diffondere un’immagine positiva e reale del luogo in cui vivono, ci si è fatti conoscere per un atto estremamente negativo. In queste ore è stato dato immenso risalto ad un’iniziativa personale di un singolo che non rispecchia affatto il pensiero della comunità. Solo qualche testata ha sottolineato che gran parte della popolazione si è indignata ed ha preso le distanze da quel gesto e sono state spese pochissime parole riguardo al fatto che si è creato un vero e proprio gruppo di protesta. La fontana principale della piazza è stata adornata con nastri arcobaleno e sono stati affissi manifesti recanti scritte come: #iomidissocio; le campane a morto per i femminicidi consumati nella famiglie secondo “natura” e campane a morto per i bambini vittima dei pedofili. Ci sono state opposizioni, azioni dirette e contatti costanti con i giornali per poter far emergere la voce di quella parte di popolazione che sostiene che quanto sancito da questa legge dello Stato è un piccolo grande passo per tutti, omosessuali e non. Eppure niente…non c’è stato niente da fare, il suono assordante di quelle campane ha coperto questo coro di voci ed ha infangato la vera identità del paese.
La libertà di espressione è un diritto prezioso, quindi, lungi dal voler limitare la libera manifestazione delle idee del parroco, vorremmo far capire che utilizzare mezzi della comunità che di solito annunciano eventi tragici per esprimere opinioni personali non è né giusto né tantomeno lecito. È stato offensivo dover sentire il rintocco di quelle campane per “comunicare la morte del matrimonio”, le stesse che negli anni hanno tristemente accompagnato i dolori incancellabili delle famiglie carovillesi segnate da reali lutti.
Nelle prossime ore la popolazione si muoverà ancora per sentire più forte la propria voce, confidando nel cortese supporto di chi questa voce può davvero renderla un grido.
Carovilli non si ferma ed invita tutti, compaesani e non, a riunirsi in piazza Municipio questa Domenica 15 maggio, alle ore 12.30, per riempirla di gioia e di colori e per manifestare la grande soddisfazione derivante dall’approvazione di una legge che sancisce, finalmente, diritti fondamentali per l’essere umano.
Grazie per l’ascolto, per l’attenzione e per il tempo dedicato a questa piccola realtà.
I carovillesi indignati