“Rispettiamo ogni sensibilità altrui così come il diritto di ogni soggetto di rappresentanza a percorrere tutte le strade lecite per far valere le proprie ragioni, ma esigiamo chiarezza dalla Regione Abruzzo sul rispetto dei contenuti del calendario venatorio soprattutto per quanto concerne la caccia al cinghiale”.
Dichiara Camillo D’Amico, presidente della Copagri Abruzzo, a commento della decisione assunta dal presidente del Tar di sospendere l’efficacia del calendario venatorio dopo il formale ricorso presentato dal WWF. Notizia data in anteprima assoluta dall’Eco già da sabato e che solo oggi sta facendo il giro delle redazione giornalistiche abruzzesi.
“Ancora una volta riconfermiamo la validità su quanto noi abbiamo sempre sostenuto e proposto, ossia di avere un tavolo di concertazione attivo con tutti i soggetti portatori d’interesse atto a porre in essere soluzioni plurali e globali all’annoso ed ancora irrisolto problema dell’alto numero di ungulati. Solo così nessuno potrà poi chiamarsi fuori nell’assunzione delle responsabilità. – continua D’Amico che conclude – Riteniamo non più rinviabile l’assunzione di decisioni forti e dirimenti che facciano prevalere in maniera inequivocabile la volontà della Regione d’incidere positivamente sul problema cinghiali in maniera permanente e duratura dove sia chiaro a tutti che è il comparto economico dell’agricoltura la prima e maggiore preoccupazione oltre alla salvaguardia dell’incolumità delle persone. Lo sollecitiamo con forza prima che siano altri livelli istituzionali e prendere iniziative simili”.