“L’ipotesi di ospitare dei profughi a Gorino non è più in agenda”. Dietrofront di Michele Tortora, prefetto di Ferrara, dopo le barricate antiprofughi, fatte dai residenti, che ieri hanno impedito l’arrivo di 12 donne profughe nel piccolo centro del Ferrarese.
“Ha prevalso la tranquillità dell’ordine pubblico – dice Tortora – non potevamo certo manganellare le persone. Questo fenomeno o si gestisce insieme con buonsenso oppure non si gestisce. Il mio primo pensiero – prosegue il prefetto – dopo quello che è successo va alle 12 donne oggetto di contestazione. Non oso pensare a quello che hanno passato nella traversata del Mediterraneo, al viaggio in pullman fino a Bologna e poi fino a Gorino e posso immaginare cosa possono aver provato quando si sono trovate davanti quelle barricate. E’ stato un episodio tristissimo. Mi avrebbe fatto piacere – ha aggiunto Tortora – che i cittadini di Gorino avessero visto di cosa si trattava, se avessero avuto cognizione dei termini del problema forse le cose sarebbero andare diversamente”. A chi domanda se la decisione di abbandonare l’ipotesi di accogliere i profughi sia una sconfitta dello Stato, il prefetto risponde che “certo non è una vittoria”. “La gestione di questi problemi – prosegue – va affrontata con buon senso e spirito di collaborazione da parte di tutti. Per questo rinnovo l’appello a istituzioni, enti locali, persone e associazioni ad aiutarci”. Di fronte a chi gli chiedeva se la decisione di cedere alla protesta sia stata condivisa con il Viminale il prefetto ha risposto: “chiedetelo al Viminale”.
LA VICENDA
Gli abitanti avevano fin da ieri eretto barricate contro l’arrivo di profughi all’Ostello di Gorino, requisito dal Prefetto, per affrontare l’emergenza nel piano di accoglienza nazionale. Una protesta clamorosa contro la decisione di ospitare i migranti da parte di diversi cittadini di Gorino e della vicina Goro, che hanno eretto dei blocchi stradali per impedire il passaggio dei pullman. La protesta in qualche modo ha sortito il suo effetto. Le 12 profughe (di cui una incinta) sono state sistemate a Comacchio (4), Fiscaglia (4) e Ferrara.
La decisione è venuta da una mediazione tra forze dell’ordine e manifestanti e l’intervento del sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani e dei colleghi del territorio. Resta attiva una sola barricata nella Provinciale tra Goro e Gorino, dove vengono fatte passare solo le auto. A quanto si è appreso, la protesta sarebbe stata innescata da un corto circuito comunicativo: la requisizione di cinque stanze dell’Ostello Amore-Natura, decisa in mattinata, avrebbe dovuto essere notificata a un’ora dall’arrivo del pullman, ma la notizia è stata data ore prima, dando tempo di preparare la protesta. Che continua. I pescatori hanno annunciato che non andranno in mare e non manderanno i figli a scuola.
I manifestanti avevano posizionato bancali di legno in tre punti d’accesso al paesino del Delta del Po per contrastare la decisione di requisire parzialmente l’ostello bar Amore-Natura. ”Tenuto conto della saturazione delle strutture già funzionanti”, aveva spiegato la Prefettura in una nota nell’annunciare la misura – è stata decisa la requisizione per ospitare intanto 11 donne, cui si dovranno aggiungere a breve altre sette persone, per un totale di 18 di un ”gruppo di migranti assegnato alla provincia di Ferrara”.
Immediata la sollevazione di alcuni decine di residenti dei due paesi affacciati sul Mare Adriatico, con i quali è stata avviata la mediazione, anche per evitare che la tensione aumentasse, che ha portato al dirottamento del gruppo di donne destinate all’ostello. Il prefetto Tortora aveva spiegato che la requisizione ”ha carattere eccezionale straordinario” e aveva rivolto un appello ”ad amministrazioni pubbliche, associazioni di volontariato e strutture ecclesiastiche affinché offrano ogni collaborazione”, anche per ”ulteriori esigenze”, verosimili ”anche a breve”. Collaborazione arrivata in tempo brevissimo. Il titolare dell’ostello, Filippo Rubini, ha detto alla Nuova Ferrara che una settimana fa, contattata, la struttura si era detta non disponibile ad accogliere i profughi ma che poi la situazione si era concretizzata con l’annuncio dell’arrivo a poche ore dal trasferimento.