Dimenticate le marinature, le lunghe cotture, il vino, l’aceto, le spezie. È l’ora dei carpacci, delle tartare, delle tagliate e degli hamburger. Il ritorno (moderno) della selvaggina nelle cucine dei grandi cuochi, e non solo, ha come argomento principale la semplicità delle ricette e il rispetto della materia prima. Con un occhio speciale alla carne degli animali che hanno vissuto solo ed esclusivamente nella natura, e che di natura si sono nutriti. Secondo i sostenitori, questo tipo di carne fa meglio di altre: «Sicuramente mangiarla è sano. — spiega Roberto Barbani, veterinario, responsabile dell’unità di Igiene degli alimenti di origine animale della USL di Bologna — Si tratta di animali esenti da contaminazioni antropiche che, a differenza di quelli allevati, non hanno mai assunto farmaci e mangiano solo quello che offre loro il bosco, niente di più. È una carne poverissima di grassi e di colesterolo, ricchissima di ferro e ha un ottimo rapporto tra acidi grassi polinsaturi omega 3/omega 6. Andrebbe somministrata anche nelle mense scolastiche per la sua purezza. È bio per definizione».
tratto da www.cucina.corriere.it
LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO QUI