Cinghiali, Pessolano: «Parlano di emergenza e non riescono neanche prolungare la caccia di un mese».
L’intervento del presidente provinciale dell’Arci Caccia e dirigente dell’Ambito territoriale di caccia del Vastese.
Riceviamo da Angelo Pessolano (qui a destra in foto, ndr) e pubblichiamo:
«Inesattezze incredibili dette da chi, come politico, ha imposto un regolamento mai accettato dal mondo venatorio perché inadatto e inutile. Un ex assessore alla Caccia che non sa nemmeno che gli Ambiti in Regione sono 11 e non 12. Un ex assessore che dovrebbe, prima di dire corbellerie, informarsi meglio. Dichiarare che l’Atc Vastese non ha ottemperato al regolamento imposto dalla Regione Abruzzo è una grossa corbelleria. Sono due anni che applichiamo alla lettera il regolamento, come modificato dall’assessore Dino Pepe. Sono 46 le squadre iscritte in quattro macroaree, con le relative zone assegnate, che stanno abbattendo cinghiali a più non posso. Altro che chiacchiere. Vorrei inoltre ricordare che già adesso, anche senza le modifiche tanto richieste, grazie all’ art.1bis, le squadre stanno attuando mini braccate nelle zone non vocate abbattendo anche lì tanti, ma tanti cinghiali. E allora cosa dovevano commissariare i politici? O la politica credeva di poter imporre ai cacciatori di andare a caccia al cinghiale? Dimenticano Mauro Febbo, Camillo D’Amico e i vari giornalisti, che in Italia c’è libertà di scelta e se i cinghialai, in opposizione a quel regolamento sono scesi in sciopero, nessuno poteva imporre loro di andare a caccia. Inutile cercare colpevoli dove non ce ne sono. La politica faccia invece in modo che si possa procedere a cacciare i cinghiali lì dove trovano sicuro ricovero, cioè nelle riserve, nei parchi, nelle oasi, nelle zrc e aree cinofile, perché se non si riesce a fare questo a poco serve abbattere fuori. Abbiano il coraggio di cambiare la legge e soprattutto la smettano di parlare di caccia senza conoscere nulla della materia. E ancora, si lamentano tutti, sindaci, cittadini, agricoltori, automobilisti per via dei numerosi danni e incidenti chiedendo l’intervento della politica su giornali, televisioni, radio e poi non sono capaci di fare una deroga o prolungare la caccia al cinghiale sino al 31 gennaio. Ma di cosa parliamo?».