Stalle e strutture agricole letteralmente abbattute, rese più fragili dal peso della neve con molte strutture isolate dove non è possibile garantire l’alimentazione del bestiame. E’ la drammatica situazione che emerge dal monitoraggio di Coldiretti Abruzzo sulla base delle segnalazioni giunte dalle diverse province che evidenziano una situazione più che drammatica su un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini molti dei quali costretti al freddo. In Abruzzo, anche a causa delle nuove scosse di terremoto, alla situazione grave degli scorsi giorni, si aggiungono tante strutture agricole crollate e, dove non sono morti gli animali, si contano mucche e pecore al freddo, spesso nelle neve e senza ripari. Ci sono stati crolli in tutte le province:
stalle – ma anche serre – letteralmente rase al suolo ma è ancora difficile fare un quadro preciso.
Il bilancio è destinato a salire perché molte aziende – soprattutto nella zona pedemontana delle 4 province – sono isolate ed irraggiungibili per la difficile viabilità e la mancanza di comunicazioni che ostacolano le consegne dei mangimi necessarie all’alimentazione degli animali. E’ emergenza, inoltre, per la raccolta del latte dagli animali che devono essere munti due volte al giorno. In alcune zone la cisterna non passa a ritirare il latte anche da 4 giorni perché le strade sono ancora bloccate dalla neve.
Crolli e mancata raccolta latte riguardano il medio Sangro, la zona frentana, la zona teatina e l’alta Valle dell’Alento per la provincia di Chieti; soprattutto la zona Vestina e l’alto Pescara per la provincia pescarese; gran parte del teramano e alcune zone dell’Aquila che hanno risentito di più delle recenti scosse del terremoto che hanno creato gravi danni a strutture a causa dell’azione combinata con il peso della neve. Per citarne alcune, sono in gravi condizioni le aziende di Campotosto (soprattutto fraz. Poggio), Capitignano, Montereale, ecc. In queste zone, per effetto del maltempo con freddo e gelo è crollata fino al 50% la produzione di latte negli allevamenti ma si registra anche un forte aumento degli aborti per lo stress termico a cui sono sottoposti gli animali.
“Gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse – sottolinea Coldiretti Abruzzo – nelle zone terremotate, inoltre, la situazione è insostenibile anche da un punto di vista psicologico per gli uomini e gli animali che sono rimasti nelle campagne terremotate dove a distanza di 5 mesi dalle prime scosse si registrano pesanti ritardi ed inefficienze burocratiche con le difficoltà che si aggravano con il maltempo. Davanti ad un disastro annunciato ci muoveremo per individuare le responsabilità e agire di conseguenza insieme ai nostri allevatori”.