Con un “commiato ” dai toni struggenti Marinella D’Innocenzo lascia il Molise; dopo un periodo proficuamente dedicato allo smantellamento della sanità molisana, abbandona la Direzione Generale Regionale per assumere quella della ASL di Rieti.
La D’Innocenzo appartiene a tutti gli effetti a quella che Franco Panizon, maestro indiscusso della pediatria italiana, intellettuale anticonformista e ribelle definiva:
la cosiddetta (anti)cultura aziendalistica: con i suoi stregoni (ideologi, teorici e apprendisti che distillano corsi di management avvelenati, da fare inghiottire a forza ai medici di tutte le categorie e specialmente ai cosiddetti dirigenti di secondo livello); con i suoi cavalieri neri (ministri, assessori alla sanità, direttori generali); con l’esercito degli orchetti (le orde voraci del personale medico e non medico “devoluto”, è la parola giusta, ai controlli di qualità che, certamente, costano molto più di quanto facciano risparmiare), stolidi servi a cui l’allargarsi dell’ombra del male ha conferito diritto di ascolto e baldanza.
Di lei dimenticheremo presto la letterina di addio, ma ricorderemo piuttosto come si sia allineata alle scelte del governatore Frattura che ha distrutto letteralmente la sanità pubblica senza nulla togliere al già potente privato, anzi potenziandolo fino a raggiungere livelli doppi rispetto agli standard nazionali.
Perfettamente in linea con una lunga serie di manager provenienti dalle più svariate località, tutti accomunati dalla caratteristica di non essere molisani, come se non fosse possibile che questa regione riesca ad esprimere degne figure dirigenziali.
Tutti ispirati alla “virtù” manzoniana di essere forti con i deboli, deboli con i forti, fedeli esecutori degli ordini di scuderia, tranne il povero Carmine Ruta, prontamente defenestrato.
Tutti perfettamente ignari ed estranei alla vita ed alla storia di un territorio e di un popolo dal quale hanno ottenuto lauti compensi e preteso ricche integrazioni economiche, prontamente concesse dai padroni del vapore in cambio del lavoro diligentemente svolto.
Quali siano poi i “privilegiati” che si sono opposti alle scelte operate non è dato capire: forse il dr. Pastore, sottoposto a provvedimenti disciplinari per aver denunciato la drammatica condizione del Pronto Soccorso di Isernia, o il coraggioso Italo Testa, strenuo difensore del Cardarelli e per questo oggetto di minacce di varia natura?
Quanto poi gli oppositori siano sparuti avrà modo di accorgersi Frattura, se verrà mai ricandidato alla guida della Regione Molise.
Ai cittadini ed agli operatori sanitari Reatini, già duramente provati dal sisma, va la nostra più sincera solidarietà.
Italo Marinelli
Di seguito il saluto di commiato della dottoressa Marinella D’Innocenzo, direttore generale per la Salute della Regione Molise.
Negli ultimi trenta mesi la mia parola d’ordine,
scandita ogni giorno, talvolta anche con una certa gravità ma sempre con un profondo affetto, è stata Molise. Per questa Regione ho rivestito un incarico di rilievo, la Direzione generale per la Salute. È stato un onore.
Questo ruolo mi ha consentito di conoscere una realtà nuova che mi ha fatto crescere sul piano professionale e sul piano umano. Vado via con il Molise nel cuore e per questo vado via anche a malincuore.
Un saluto e un ringraziamento ai molisani e a quanti hanno lavorato fianco a fianco con me supportandomi in un compito complesso e delicato. Ci siamo dati un obiettivo, offrire a tutti i cittadini la sanità che meritano, una sanità equa, di qualità, efficiente e vicina. Abbiamo fatto il possibile per raggiungere il risultato, ricorrendo anche a scelte più che impopolari. Erano necessarie, continuo a ripeterlo anche a chi non sono mai piaciuta.
Sono stata chiamata ad assolvere a una funzione particolarmente delicata per la Regione Molise: gli obblighi imposti dai Ministeri per il superamento del piano di rientro dal disavanzo sanitario e la necessità di riorganizzare il Servizio sanitario regionale non lasciavano eccessivi spazi a scelte demagogiche e di conservazione dello status quo. Si è dovuto, infatti, procedere ad azioni tese alla razionalizzazione della spesa e dei servizi sanitari e contestualmente senza provocare ripercussioni sui cittadini garantire la sostenibilità del Ssr.
L’obiettivo perseguito attraverso l’elaborazione del Pos 2015-2018 è stato improntato principalmente sulla riorganizzazione della rete ospedaliera e al contestuale rafforzamento dell’offerta territoriale, sia in termini sanitari che socio-sanitari.
In tutta onestà, ritengo di aver sempre proposto, insieme alla squadra regionale, soluzioni adeguate al contesto e aperte al confronto con tutti gli attori del territorio, pur nel rispetto dei vincoli imposti che hanno non poco limitato le scelte che, per quanto possibile, sono state sempre operate in stretta sinergia con la Struttura commissariale, con le strutture organizzative della Direzione generale per la Salute, con i responsabili dell’ASReM e condivise con le forze sociali.
Lascio il Molise nella consapevolezza che, pur avendo invertito la rotta – a breve, me lo auguro, ci sarà l’uscita dal piano di rientro, e dopo ben 10 anni non è poco! – , ci sia da completare un percorso virtuoso che metta definitivamente in sicurezza il Ssr e assicuri a tutti i cittadini, soprattutto a quelli fragili, servizi e prestazioni di qualità.
Come è noto, mi è stata offerta l’opportunità di dedicarmi ad altri compiti, quale Commissario dell’Asl di Rieti, area interessata fortemente dagli ultimi eventi sismici. È una nuova sfida che ho sentito il dovere di accogliere, mettendo a disposizione le competenze e la formazione maturate negli anni con lo svolgimento di incarichi impegnativi. Dal Molise porto via un prezioso bagaglio di esperienze.
Si poteva fare di più, potevo fare di più? È la domanda che mi pongo andando via. Certo! Ma, purtroppo, la drammatica situazione economica ereditata, la mole di contenzioso che ha comportato ulteriori e pesanti oneri per il bilancio della sanità regionale, la carenza del personale determinata dal blocco del turn-over, hanno fortemente penalizzato e condizionato l’ambito di operatività.
Vado via dal Molise convinta di essermi spesa, senza mai risparmiarmi, per risanare una situazione debitoria pregressa e creare i presupposti per un processo di risalita e di crescita.
Penso di aver operato con coscienza, rigore, responsabilità e disponibilità al dialogo, nell’esclusivo interesse della comunità molisana alla quale mi sento particolarmente legata.
Adesso bisogna continuare ad andare avanti completando il progetto di risanamento e riorganizzazione del Ssr per permettere al Molise di diventare una Regione virtuosa come merita.
Sono grata al presidente Paolo Frattura, mi ha dato un’opportunità straordinaria per una crescita professionale e umana. È stato un compagno di viaggio presente e attento: con lui anche scontri ma sempre per quell’obiettivo comune, sentito da entrambi come prioritario e non negoziabile, di garantire a tutti in Molise una sanità giusta; sono grata ancora ai miei colleghi per l’ottimo lavoro svolto e a tutti coloro che, credendo nel cambiamento, hanno resistito con me anche all’asprezza e all’acrimonia con cui sparuti gruppi, spesso, di “privilegiati” hanno osteggiato la riorganizzazione e il risanamento della sanità molisana. La sanità è un diritto di tutti, soprattutto delle persone più deboli: per questo diritto io ho lavorato e lavoro ogni giorno.
Grazie a tutti e arrivederci.
Marinella D’Innocenzo