AGNONE. Ha aumentato di molto le prestazioni da quando finalmente la struttura presente nell’ospedale Caracciolo è stata dotata di un supporto infermieristico. Il direttore del distretto Fazio ha accontentato la richiesta del diabetologo Antonio Antonelli (nella foto) ed in brevissimo tempo i risultati danno ragione.
“Uno sforzo comune di tutti gli operatori sanitari e non della divisione di Medicina –ci dice il responsabile Giovanni Amedeo Di Nucci– Da un lato Antonelli pronto ad implementare il suo lavoro come diabetologo. Dall’altro noi colleghi che ci sobbarchiamo anche il lavoro di reparto che lo stesso diabetologo non può svolgere. Il tutto per aumentare le prestazioni e dare servizi all’utenza. C’è da comprendere –sottolinea Di Nucci- che in questa struttura sanitaria non si fanno “inappropriatezze” come qualcuno continua a voler far credere da Campobasso e certamente i numeri sono secondari visto che diamo priorità alla qualità con sforzi enormi da parte di tutti”.
Questo distingue la struttura ospedaliera altomolisana e che forse a qualcuno può dar fastidio. Per quanto concerne la diabetologia –chiosa il responsabile del servizio- da anni oramai il lavoro oculato e di qualità svolto dagli esperti ha portato a quella che è una vera novità: l’implementazione della cartella informatica, una vera banca dati a disposizione per la condivisione a vari livelli di tutti i dati inerente il paziente.
“Nel Molise –esordisce il diabetologo dell’ospedale San Francesco Caracciolo, Antonio Antonelli- il 7% della popolazione è diabetica. Questa è la percentuale più alta rispetto alle altre Regioni. I diabetici sono oltre 22.000; i costi si possono stimare intorno ai 60 milioni anno. In questi ultimi tempi ad Agnone siamo riusciti a raddoppiare le sedute ambulatoriali da due a quattro a settimana. Le prestazioni sono passate da circa 600 del 2013 ad un trend di circa 1500 per il 2014. E ciò con un miglioramento della qualità e dell’assistenza. Nel nostro centro diabetologico si effettua la prevenzione sulle complicanze del piede con una visita podologica e la valutazione neuropatica e vascolare del piede. L’educazione alla gestione della terapia insulinica. Ma su tutto l’implementazione della cartella informatica che consente tra l’altro l’archiviazione dei dati, la redazione della scheda paziente chiara e completa per il Medico di Base, la rilevazione dei dati statistici per gli indicatori di qualità, la condivisione dei dati con il Centro Diabetologico di 2° livello di Campobasso, la cattura degli indicatori di qualità da parte dell’Amd Nazionale (Associazione Medici Diabetologi) con inserimento nei file dati nazionali. Questo necessita per la riduzione delle liste d’attesa; per la riduzione delle complicanze e dei ricoveri inappropriati con miglioramento della quantità di vita e contenimento dei costi. In sostanza –rimarca Antonelli- cerchiamo di coniugare l’efficienza e l’appropriatezza delle cure con la sostenibilità economico finanziaria. E’ auspicabile avere un personale infermieristico che si occupi della parte non medica (inserimento dei dati informatici, preparazione del paziente prima della visita e dei piani terapeutici, educazione all’utilizzo dei presidi, ecc.) al fine di ridurre il carico burocratico del diabetologo e quindi di aumentare il tempo disponibile per altre prestazioni. Avere spazi decisamente più ampi di quelli attuali. Nonostante tutto –chiosa Antonelli- si assiste, con amarezza, alla distrazione di pazienti, anche della nostra zona, verso il centro di riferimento regionale sovraccarico, o peggio ancora verso centri privati, forse neanche convenzionati, con ulteriore penalizzazione della già agonizzante Sanità Pubblica, l’aumento del disagio dei pazienti e l’incremento ulteriore dei costi”.
In Italia il numero dei diabetici è di circa 3,8 milioni, con una spesa pro capite annuale di 2.800 euro. La spesa totale annua per il diabete sfiora i 10 miliardi. Il 70% della spesa è legata ai ricoveri ospedalieri per le complicanze del diabete (frutto della inefficienza delle cure) e delle patologie ad esso correlate.
Vittorio Labanca