Viabilità al collasso, l’onorevole Amato: «La burocrazia rallenta le soluzioni».
Pubblichiamo, di seguito, il commento dell’onorevole Maria Amato che ha preso parte, nei giorni scorsi, ad un incontro pubblico sulla viabilità.
«Ho partecipato ad un incontro che interessa un tema caldo. Ho ringraziato Gabriele Marchese per avermi definito attenta. Ho detto che continuo a guardare al mondo per quello che sono, un medico che dopo la constatazione di una malattia prova a decidere una cura. Per cui l’elenco dei colpevoli del dissesto non mi appassiona, piuttosto di fronte a uno stanziamento di fondi non sufficiente per tutto, sarebbe importante un approccio da area vasta in cui si condividano le priorità. Ho sottolineato una banalità: la burocrazia che dovrebbe servire a sostenere il sistema in realtà è quella che contribuisce a rallentare le soluzioni. La semplificazione era la rivoluzione, ma abbiamo perso alcune occasioni. Ho ribadito che le strade sono la prima infrastruttura della sanità perché ci dovrebbero se non correre almeno passare le ambulanze, visto che l’elisoccorso non è sempre disponibile di giorno e mai di notte. Ho ricordato che quelle strade dissestate riducono tre diritti costituzionali: salute, studio e lavoro. Ho detto leggendo i messaggi intercorsi tra me e la protezione civile nazionale (ad aprile) e regionale (a maggio) per le procedure di ammissione al ribasso della Fraine-Castiglione come sa bene Francesco Bottone, che la spinta l’avevo avuta dal pensiero di quei ragazzi accompagnati a scuola da anni dai mezzi della protezione civile.
Ho colto l’occasione per condividere alcune azioni fatte in questi anni, e il lavoro condiviso con l’intergruppo parlamentare per la montagna, io unica a non essere dell’arco alpino, testimone di una montagna mediamente povera. Poi che io sia minoranza è un dato di fatto, ma almeno in questa occasione non ero una voce ribelle. “Va tutto bene Madama la marchesa” è una frase che non mi appartiene, anche in questo caso la formazione medica mi condiziona: non sapere non guarisce, era lo slogan della campagna di prevenzione per il cancro di mammella, una frase profondamente vera, come è vero che è vietato rassegnarsi».