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  • Alimentare, boom “La Molisana”: nel 2017 fatturato di 140 milioni di euro

     

    CAMPOBASSO – Conta di chiudere l’anno con un fatturato di quasi 140 milioni il Pastificio La Molisana di Campobasso, con un trend di crescita che in soli 6 anni dal 2011, quando l’azienda è stata acquisita dall’attuale proprietà, la famiglia Ferro, l’ha portata a moltiplicare per 6 il fatturato. Nei prossimi tre anni – annuncia l’ad Giuseppe Ferro (in foto) – puntiamo a raggiungere i 200 milioni di euro, dimensione che ci permetterà di diventare un operatore ancora più incisivo sui mercati internazionali”.

    Già, perché ad oggi il 35% del fatturato proviene dalle vendite all’estero, 80 Paesi in tutto. Anche la voce export è cresciuta a ritmi vertiginosi: dalle 4mila tonnellate di pasta esportate nel 2011 alle 34mila attuali. E proprio l’export rappresenta una chiave fondamentale per la crescita ulteriore del brand, che già oggi occupa la quinta posizione del settore nel mercato domestico. Il 2018 sarà a tutti gli effetti l’anno dell’espansione sui mercati internazionali.

    La strategia di crescita continua ad essere supportata da importanti investimenti a vario livello (42 milioni dal 2011). Tra questi, negli ultimi mesi l’azienda ha messo a punto una nuova ricetta e un nuovo packaging per comunicare in modo chiaro e immediato i valori unici dei suoi prodotti: il know how e la storicità della famiglia, mugnai da quattro generazioni; la filiera integrata dal chicco di grano alla tavola; le caratteristiche straordinarie del territorio di produzione, con la sua aria pura di montagna – particolarmente importante per conservazione del grano ed essicazione della pasta – e l’acqua oligominerale dalla qualità certificata proveniente dal Parco del Matese; la lavorazione con moderne tecnologie che utilizzano metodi antichi, come la decorticazione a pietra, per un prodotto di altissima qualità, valorizzato dalla trafilatura al bronzo. L’azienda ha inoltre investito nella messa a punto di una nuova ricetta di produzione, che ha aumentato dal 14 al 14,5% il valore proteico, ovvero uno dei principali parametri di qualità della pasta. L’operazione è fondamentale per consolidare la relazione con i consumatori già attivi e per conquistarne di nuovi in Italia e all’estero, facendo leva sulla qualità e sull’origine, due aspetti ai quali il pubblico si dimostra sempre più sensibile e attento.

    Per la crescita futura sarà particolarmente strategico il ruolo della pasta integrale, oggi una nicchia del mercato che sta registrando una crescita particolarmente interessante, in cui La Molisana è già leader riconosciuto per la qualità. “Essere mugnai e lavorare direttamente nel nostro molino le semole con cui produciamo la pasta, ci permette di raggiungere una qualità superiore anche e soprattutto per l’integrale – continua l’AD Giuseppe Ferro – Abbiamo messo a punto una ricetta che contiene ben 7,5% di fibra, per rispondere al consumatore sempre più attento a un’idea di alimentazione che soddisfa anche le esigenze di salute e benessere. Forte di questa esperienza, l’azienda punta ad espandere anche la sua presenza nel comparto delle semole e ha creato una intera linea di semole rimacinate, ricche di nutrienti e con un alto contenuto proteico, particolarmente adatte ai prodotti da lievitazione. Tra queste, una speciale semola per la pizza, che garantisce un prodotto molto più digeribile e particolarmente fragrante, già testato con successo da alcuni tra i più grandi professionisti.

    L’attenzione alla qualità del prodotto finito parte dalla ricerca sul campo. Dal 2016, infatti, La Molisana è impegnata in un importante progetto di filiera: “stiamo lavorando insieme a 600 produttori – spiega Giuseppe Ferro – e siamo già vicini a 10mila ettari di campi coltivati con il grano Maestà, una varietà che riteniamo di eccellente qualità per il suo indice proteico del 15% – pari al grano Kronos dell’Arizona, oggi per noi tra i migliori al mondo – che ci consentirà di aumentare ulteriormente la percentuale di grano italiano contenuto nella ricetta della nostra pasta.” “Stiamo già producendo con un pack che contiene l’indicazione di provenienza dei grani. – conclude Ferro – In anticipo rispetto alla scadenza di febbraio indicata dal Ministero, abbiamo adeguato le nostre linee di confezionamento e stiamo già cominciando a stampare sui nostri pacchi di pasta le informazioni sull’origine dei grani, che selezioniamo sul campo da oltre 100 anni in prima persona, in Italia e all’estero, per produrre le semole che utilizziamo nella ricetta della nostra pasta.”

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