«Con i colleghi Burtone e Antezza ho riproposto attraverso un ordine del giorno la problematica dei medici di continuità assistenziale (ex guardia medica). Un atto che ha lo scopo di mantenere viva l’attenzione sulla questione sicurezza dei medici di guardia medica e ha negli impegni, con i limiti di fine legislatura, l’appello al Ministero della salute alla ricerca non facile di una soluzione condivisa con le Regioni per evitare che la procedura della Corte dei Conti si traduca nella rivalsa sui singoli medici di guardia medica e sugli eredi, l’anello più debole della catena, professionisti che operano in territori difficili per orografia, sedi e reti stradale. Un ordine del giorno che è più un atto mediatico che un atto istituzionale, ma che in ogni caso ha avuto l’approvazione del governo, auspico una soluzione omogenea che anticipi la lunga ed imminente fase dei ricorsi».
E’ quanto comunica alla nostra redazione l’onorevole Maria Amato, medico prestato alla politica. Di seguito il testo dell’ordine del giorno presentato:
Odg
La Camera dei deputati,in sede di esame del disegno di legge A.S. 2960 Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020,premesso che il servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) è finalizzato a garantire la continuità assistenziale del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta nelle ore in cui tale servizio non è garantito;tale attività è svolta da professionisti che spesso operano in orari considerati d’urgenza, da soli e presso strutture inadeguate ed in condizioni disagiate;per tali motivi, detti professionisti sono soggetti ad elevati rischi per la sicurezza personale;proprio in ragione dell’importante funzione svolta dal medico di continuità assistenziale nonché del suo orario di lavoro, alcune Regioni hanno previsto, nell’ambito dell’Accordo integrativo regionale,un compenso aggiuntivo legato ai rischi e alla tipologia dell’incarico;la procura della Corte dei Conti ha ritenuto tali accordi in contrasto con l’Accordo collettivo Nazionale 23 marzo 2005, integrato con l’Accordo collettivo Nazionale del 29 luglio 2009, che prevedeva inizialmente, invece, un onorario omnicomprensivo orario;si rende opportuno adottare iniziative volte a garantire idonee misure compensative per i medici di continuità assistenziale che operano in condizioni disagiate e, pertanto, fortemente a rischio per la propria integrità; Impegna il Governo:a valutare la possibilità, nei limiti delle proprie competenze, di adottare iniziative volte al riconoscimento, in favore dei medici di continuità assistenziale che svolgono la prestazione in condizioni di forte disagio ed alto rischio per la propria salute, di idonee misure compensative che tengano conto delle particolari mansioni da loro svolte. A valutare la possibilità di promuovere iniziative a favore della sicurezza dei medici di continuità assistenziale che svolgono la prestazione in presìdi isolati o, comunque, nelle fasce orarie notturne, affinché sia tutelata e salvaguardata la loro incolumità.
A raccordarsi con le Regioni interessate a cercare un percorso di soluzione possibile per quanto sollevato dalla Corte dei Conti che non penalizzi i medici di continuità assistenziale.