ROMA – Uno studio sul campo condotto dall’avvocato Stefania Adriana Bevilacqua, dottoranda presso l’Università La Sapienza di Roma, ha recentemente analizzato le iniziative messe in campo dalla Regione Molise sulle politiche per l’immigrazione.
Va ricordato come il Molise è la prima regione per accoglienza in Italia rispetto alle dimensioni del territorio. Nel 2016 il Molise ha infatti visto un aumento del 111,59% rispetto all’anno precedente, raggiungendo una media di migranti per abitante ben 4 volte superiore rispetto ai dati nazionali (10,9 migranti su mille abitanti in Molise contro un limite di 2,5 migranti ogni mille residenti).
La ricerca dell’avv. Bevilacqua era volta a verificare se l’inserimento nei piccoli Comuni (con popolazione inferiore a 800 abitanti) rispetto Comuni di maggiori dimensioni offra una distribuzione più equilibrata e sostenibile e, quindi, maggiormente idonea a ridurre le conflittualità generate dal processo migratorio.
La ricercatrice ha intervistato campioni statisticamente significativi di cittadini di Pescopennataro, Ripabottoni e Roccamandolfi, piccoli Comuni sedi di progetto Sprar, comparandoli con quelli di Venafro e Campobasso.
Ne è risultato un potenziale d’integrazione maggiore per i comuni più piccoli.
In particolare a Pescopennataro il 9% della popolazione interrogata dalla ricercatrice con un questionario somministrato sul posto considerava svantaggiosa l’accoglienza mentre il 35% ne apprezzava gli aspetti positivi. Al contrario nei centri più grandi il giudizio sul progetto Sprar è tendenzialmente negativo e se ne colgono soprattutto i vantaggi legati a maggiori possibilità occupazionali, mentre a Pescopennataro e negli altri piccoli paesi viene soprattutto valorizzata la valenza sociale e umana dell’accoglienza. La dottoressa Bevilacqua ha espresso apprezzamento per la generosità e l’apertura della popolazione altomolisana e ci ha annunciato la prossima pubblicazione dei dati e la loro divulgazione anche a livello locale.
Italo Marinelli