“L’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato da parte dell’Arma dei Carabinieri, contrariamente a quanto riportato dal Generale Ricciardi sulle pagine della rivista LE FIAMME D’ARGENTO, è tutt’altro che perfettamente riuscito, e a dimostrarlo sono il malessere crescente dei carabinieri del Ruolo Forestale, che hanno subito coattivamente la militarizzazione in virtù di un odioso ricatto occupazionale, e le profonde ferite subite dai nostri territori nel primo anno di riforma a causa degli incendi boschivi”.
E’ quanto si legge in una nota di UNFORCED condivisa dalla Federazione per la Rinascita Forestale e Ambientale – FeRFA.
“Il depauperamento dell’organico, passato dalle circa 8.000 unità del Corpo Forestale dello Stato alle attuali 6.400 del Comando Tutela Ambientale e Forestale dei Carabinieri nonché la trasformazione di un Corpo di polizia vocato alla tutela ambientale, qual era il CFS, ad una mera specialità dell’Arma dei Carabinieri, soggetta alle volontà organizzative del Comandante di turno, non hanno certamente fatto del CUFA la più grande forza di difesa ambientale del mondo”.
“E’ un dato di fatto, invece, – continua la nota della Federazione Rinascita Forestale e Ambientale – che l’Italia è l’unico Paese al mondo ad aver militarizzato la difesa dell’ambiente e della natura, ad aver dissipato professionalità ventennali assecondando le logiche spartitorie delle amministrazioni coinvolte in questo folle progetto di assorbimento, snaturando il sapere di centinaia di Forestali dietro uno scudo ed uno sfollagente, piuttosto che dietro una scrivania o con un naspo in mano. Il nuovo governo, comunque sarà composto, avrà l’enorme responsabilità di correggere gli errori commessi da quello Renzi prima e Gentiloni poi, trovando un rimedio alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato, alla militarizzazione ope legis del personale transitato nell’Arma dei Carabinieri ed alla diaspora dei Forestali mandati nelle altre amministrazioni o costretti a scegliere soluzioni alternative all’obbligo di indossare le stellette”.