L’arretratezza delle infrastrutture, l’isolamento di parte del territorio, la fragilità del tessuto economico e la gracilità del sistema informativo-culturale, possono indurre i leader nazionali a pensare di propinare qualsiasi messaggio nelle diverse iniziative politiche di questi giorni in Molise. Il senso di ospitalità ed il garbo verso chi arriva nella nostra Regione non vanno confusi con la possibilità di dire di tutto e di più senza alcun nesso coi problemi reali che assillano i molisani. Per essere più chiari ci si aspetta che i rappresentanti del Governo in carica, anziché parlare solo del futuro diano qualche giustificazioni sulle lacune del passato e se intendono adoperarsi operativamente verifichino come sbloccare i vari provvedimenti in itinere presso i loro Ministeri che riguardano il Molise ( appalti nazionali, delibere Cipe, organici delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, mantenimento di Sedi e Uffici dello Stato, finanziamenti per l’area di crisi, sottoscrizione del contratto di sviluppo per la filiera avicola, sblocco del turn over, fermo delle procedure per la discarica di Sassinoro, ecc. ). Dai principali leader che hanno vinto le elezioni ci si attendono impegni concreti per garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria visto che il sistema è commissariato dal 2009, per innalzare la dotazione infrastrutturale materiale ed immateriale, per sostenere un programma straordinario per il lavoro, l’istruzione, l’innovazione, la ricerca, l’università e contro lo spopolamento e la nuova emigrazione. Ebbene a tre giorni dalla chiusura della campagna elettorale manca una qualsiasi attinenza tra le iniziative elettorali e ciò che potrebbe essere utile al Molise. Basta pensare che fino ad oggi sono state presentate nei due rami del Parlamento n.377 proposte di legge da parte di tutti i gruppi politici sulle materie più disparate ma nessuna di queste riguarda la nostra Regione. Eppure se Salvini o Di Maio, Berlusconi o Meloni, andranno al Governo dovranno scegliere se far rimanere in vigore la legge 96/2017 con cui è stato approvato il Piano Operativo Sanitario del Molise o se abrogarlo, e per abrogarlo serve una legge nazionale e non annunci nelle piazze. Perché il Movimento 5 Stelle, la Lega e nessuna altra formazione politica che parla di sanità pubblica da tutelare non presenta una proposta di legge in Parlamento inserendovi anche il riconoscimento della deroga al Decreto Balduzzi per disporre di un Ospedale Regionale DEA di II livello a Campobasso con Ospedali a Termoli e Isernia DEA di I livello e Ospedale d’area disagiata ad Agnone? Per frenare il calo demografico, evitare la scomparsa di intere comunità e creare opportunità di sviluppo occorrono investimenti sia per adeguare i servizi pubblici e le infrastrutture basilari, e sia per potenziare gli organici di enti e aziende pubbliche e private, in modo tale che i giovani non siano costretti ad andar via. Spente le luci della campagna elettorale, in assenza di proposte di legge firmate dai principali leader nazionali, il Molise tornerà nel dimenticatoio e continuerà ad essere vessato con politiche in cui si prendono a base il numero degli abitanti e non le peculiarità orografiche del territorio, come se organizzare scuole, sanità, trasporti in un quartiere milanese o su 136 comuni dislocati in un’area impervia fosse la stessa cosa. Passata la Festa, Gabbato lo Santo ! Almeno si sappia che quando nel Sannio si coniava la prima moneta della Lega Italica nel IV secolo A.C. altrove c’erano solo paludi e zanzare. Pronti ad accogliere tutti con educazione ma evitateci parole al vento !
di Michele Petraroia