«Bloccare e rivedere immediatamente la recente Delibera approvata dalla Giunta regionale, numero 480 del 5 luglio 2018, che istituisce le Aree contigue al Parco Nazionale d’Abruzzo poiché danneggia ulteriormente il mondo venatorio, non assicura e garantisce affatto la conservazione dei valori delle aree protette stesse e inoltre penalizza ulteriormente il mondo agricolo».
Ad annunciarlo sono i consiglieri regionali di Forza Italia Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri che aggiungono quanto segue: «Come sempre quando governa il centrosinistra in Regione Abruzzo, siamo qui a commentare le immani sciagure provocate dalle scellerate scelte di questa Giunta regionale, e, cosi come avvenuto negli anni precedenti, ci troviamo a dover contare ancora una volta i danni provocati, questa volta, non solo al mondo agricolo ed a quello venatorio, ma anche alla tutela della fauna pregiata che, con enormi sacrifici, abbiamo tentato di gestire evitando fughe in avanti del mondo animalista, oltre che gestioni sbagliate di quello ambientalista radicale. Al contrario, in pochi notti di mezza estate, l’assessore regionale Pepe e compagni hanno rovinato tutto, da una parte irridendo tutti i portatori di interesse attraverso il completo disinteresse a tutte le normali quanto opportune indicazioni e segnalazioni consegnate durante la consulta della caccia ai fini della redazione del calendario venatorio, visto che le proposte che vanno in giro e che sono oggetto delle valutazioni di incidenza lo certificano. Noi del centrodestra – continuano Febbo e Sospiri – ci eravamo ben guardati sempre dal fare una simile scelta sulla istituzione delle Aree contigue al Parco Nazionale d’Abruzzo, e non tanto perché si sia contrari a prescindere ad uno strumento di tutela, che tra l’altro non attiene alla regolamentazione dell’attività venatoria in senso stretto, quanto perché si era in attesa della variazione della legge sui parchi, la n. 394 del 94, per la quale ad andare a caccia nelle aree contigue sarebbero solo i pochissimi residenti nelle predette aree. Abbiamo usato il condizionale, perché mentre questi semiprofessionisti della politica facevano il decreto, nessuno ricordava che l’art. 26 della legge 10/2004, cioè la legge regionale sulla caccia, espressamente impone che nelle aree contigue hanno diritto di accesso tutti gli iscritti ed ammessi all’ambito con carico venatorio 1/19, e non più 1/35 come stabilito dall’accordo provincia/parco per la ormai ex Zpe. Insomma, un ennesimo pastrocchio, anzi l’ennesimo. Una conferma tangibile di ignoranza irresponsabile, peraltro allietata dalle pubblicazioni, sul proprio sito, del Parco d’Abruzzo, che con tono gaudente esulta al pensiero che tutti i fuori regione, siano ora autorizzati ad andare ad affollare i terreni del Preparco, con i pericoli connessi, e fregandosene dei regolamenti, con le nostre montagne ormai abbandonate viste le ridottissime attività di controllo ridotte al lumicino con l’estinzione della Polizia provinciale e del Corpo Forestale dello Stato. Pertanto – concludono Febbo e Sospiri – l’assessore Pepe e il Governo D’Alfonso, se ve ne fosse bisogno, dimostrano per l’ennesima volta di non conoscere fino in fondo la materia, ma in una notte di mezza estate invece sono capaci di rovinare gestione, Atc, Preparco e area protetta».