AGNONE – Il Vescovo di Trivento, S.E.R. Mons.Claudio Palumbo, alla presenza dell’Arciptete emerito, Don Alessandro Di Sabato, ha presieduto la cerimonia di insediamento dei Padri Caracciolini P. Cleophas Paluku Masudi, come Parroco di San Marco, e p. p. Jean Baptiste Kambere, come superiore della comunità Caracciolini di Agnone e Vicario Parrocchiale di S.Marco, Sant’Amico e San Biase, mentre legale rappresentante delle Parrocchie di San Marco, San Biase e Sant’Amico è stato insediato Don Onofrio Di Lazzaro. La cerimonia è iniziata con la lettura delle bolle di nomina da parte del cerimoniere vescovile, don Gigino Moscufo , che ha anche letto la bolla di nomina a Parroco Emerito di Sant’Amico di Don Lino Mastrangelo. Subito dopo i sacerdoti hanno prestato giuramento davanti al Vescovo e hanno firmato la loro accettazione, controfirmata dal Sindaco di Agnone, Avv. Lorenzo Marcovecchio, e dal Generale dei PP. Caracciolini, P. Teodoro O. Kalaw. Così P. Cleophas ha preso possesso della Sede Arcipreteale di San Marco. Nel corso dell’omelia il vescovo Palumbo ha sottolineato la figura di Maria nel Magnificat e nell’incontro profetico con Elisabetta, in cui ella celebra la beata maternità di Maria come la Benedizione più alta di Dio nella storia, perché «la sua maternità divina apre la storia dell’uomo alla vita eterna e cancella la storia di morte apertasi dal no dell’antica Eva» che ha segnato l’umanità fino a quel momento, dichiarandola Arca della nuova Alleanza. «È la perfetta credente, Maria, che oggi ci interroga. – ha continuato il vescovo – Lei genera fisicamente il Cristo e lo accoglie nella Fede come la Parola fatta Carne, divenendo la prima discepola». Può essere questo un paragone da accostare a San Francesco Caracciolo, che in questi giorni, dal lontano 1608, con i suoi figli spirituali torna in Agnone con una Casa Caracciolina. Il Vescovo ha ringraziato P.Raffaele Mandolesi, principale artefice del ritorno dei Padri ad Agnone, e ha rivolto un augurio di fedeltà al carisma del Fondatore ai due Padri Caracciolini insediatisi.
Francesco Martino