Il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, e il capo della struttura tecnica di missione a Palazzo Chigi, Mauro Grassi, saranno invitati a partecipare in Abruzzo ai “numerosi sopralluoghi” per la constatazione dei principali stati di pericolosità legati al rischio idrogeologico.
«Dovranno rendersi conto di persona delle maggiori criticità nei comuni della nostra regione», ha dichiarato il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, incaricato dal Governo del ruolo di commissario governativo per la mitigazione del rischio idrogeologico.
«Su questo tema io non mollo di un millimetro», ha avvertito introducendo i lavori della riunione per la mappatura dei principali rischi idrogeologici, largamente partecipata dai sindaci della provincia di Pescara, riuniti nella sala Tinozzi dell’Ente provincia. Il presidente D’Alfonso, coadiuvato dagli assessori Mario Mazzocca e Donato Di Matteo, è stato il consegnatario dei rilievi tecnici legati ai rischi idrogeologici, depositati dai Sindaci; dati che saranno poi lavorati dalla struttura regionale e dai geni civili, comparati e poi graduati rispetto al grado di pericolosità.
«Tra novembre e dicembre – ha anticipato il Presidente – avremo a disposizione 40/50 milioni di euro su questo fronte, mentre 20 già sono stati stanziati per noi dal Parlamento». Si tratta quindi di utilizzare le risorse per «risanare e non per abbellire».
Il motivo della riunione, che inaugura a Pescara il metodo del confronto, ha l’obiettivo di pervenire ad una mappatura del rischio idrogeologico, ricavata dalle richieste dei Sindaci, con la finalità di aggiornare i dati del Piano di assetto idrogeologico (Pai) risalenti al 2005.
«Abbiamo rilevato una disabitudine a disporre di livelli adeguati di conoscenza, che veicoli la disponibilità dei dati in sede tecnica. Noi dobbiamo redigere una graduazione della pericolosità dei nostro assetto territoriale; dobbiamo dare robustezza alle richieste che abbiamo fatto pervenire alla struttura tecnica di missione governativa».
Con i dati si arriverà a costruire un catasto delle priorità e gravità, utile per dirottare in modo coerente le risorse, catalogare le priorità secondo una graduazione più stringente, e creare un sistema informativo territoriale che faccia in tempo reale la diagnosi degli eventi franosi. I sindaci, che hanno tutti apprezzato il «metodo introdotto dal presidente D’Alfonso», hanno evidenziato le maggiori problematicità come i rischi legati alla esondazione dei fiumi, ai movimenti franosi, alla irregimentazione delle acque meteoriche.