AGNONE. Non solo la carenza di personale medico e infermieristico, la mancanza di attrezzature (vedi Tac o Risonanza magnetica) con quelle presenti che in qualche caso vengono date in prestito, si fa per dire, al ‘Veneziale’ di Isernia (ecografo di Ginecologia). Ed ancora camici bianchi, portantini e tecnici che vanno in pensione e non vengono rimpiazzati o come l’ultimo episodio di mobilità in fatto di cambio compensativo con una infermiera che ha chiesto il trasferimento in Abruzzo con la collega trasferita ad Isernia bensì che ad Agnone. Non accade solo questo nello stabilimento Caracciolo, unico presidio ospedaliero a cavallo tra alto Molise e Vastese. La lista sarebbe lunga, anzi lunghissima come ad esempio gli operatori del 118 costretti, ancora una volta, a fare da “servizio taxi” per trasportare un paziente a fare un esame in un’altra struttura lasciando scoperto l’intero territorio. E no, perché ormai il disinteresse, il menefreghismo e l’inefficienza dei dirigenti Asrem che avvolge la struttura sanitaria altomolisana riguarda anche le piccole cose. E’ il caso della pensilina della sala mortuaria di cui l’Eco online si è occupato mesi fa. Ebbene a distanza di giorni, settimane e mesi non si è stati capaci di installare due fogli di plexiglass malgrado la volontà di un privato che intendeva accollarsi le spese al fine di rendere dignitoso, in caso di maltempo, l’esterno di una sala dove si piangono i morti. All’epoca ci fu detto che il compito spettava all’Asrem, tuttavia le istantanee che riportiamo la dicono lunga sulla volontà di sanare la problematica. E che dire delle erbacce che tra non molto rischiano di invadere l’entrata dell’ospedale. Sicuramente bazzecole rispetto alle enormi difficoltà che attanagliano da anni il presidio intitolato alla figura di San Francesco Caracciolo, ma pur sempre situazioni che non hanno niente a che vedere con un Paese il quale continua a professarsi civile. A chi di dovere il richiamo di passarsi una mano sulla coscienza e non pensare solo ed esclusivamente al giorno della lauta paga che arriva puntualmente grazie a quei contribuenti che giorno dopo giorno devono fare i conti con tagli a servizi essenziali per non parlare del vituperato diritto alla salute sancito dalla Costituzione (art.32), di fatto diventata carta straccia. E così sia.
Rinnovo patenti – Un altro servizio ridimensionato è quello del rinnovo e pratiche patenti. Infatti se fino ad inizio del 2019 l’ufficio e il personale predisposto garantivano l’operatività dal lunedì al venerdì con due rientri pomeridiani, ad oggi si registra l’apertura di un solo giorno la settimana (lunedì) con nessuna apertura al pubblico nel pomeriggio. Il perché di una simile decisione sarebbe racchiusa nel trasferimento ad altra mansione del medico che svolgeva quotidianamente le pratiche. Si tratta dell’ennesimo mattone che viene meno alla struttura. Il tutto tra il silenzio assordante e il menefreghismo di tutti.